“Siamo pronti a bloccare le città d’Italia”.
E’ questa la nuova sfida di Marco Liccione, 32 anni, ufficialmente “studente” e noto come portavoce della “Variante Torinese”, uno dei due fronti in cui si è spezzato il fronte no vax piemontese.
Lo ha detto nella riunione nazionale dei No Green pass d’Italia, che a Torino hanno manifestato ieri contro “l’illegittima tessera sanitaria” rivendicando “le libertà, costituzionalmente garantite, messe in pericolo dal vergognoso certificato verde”.
Liccione, diventato celebre per aver postato su Fb la foto di una famiglia di ebrei deportati paragonando quanto fatto da nazisti e fascisti a quella che definisce la “dittatura pandemica”, ha lanciato dunque il guanto di sfida dei no vax sull’ipotesi di una eventuale ulteriore estensione dell’obbligo vaccinale, che potrebbe essere decisa nella riunione del Consiglio dei ministri del 23 dicembre.
“Il ministro della Salute Speranza e i suoi consiglieri abbandonino qualsiasi ideologia scientifica e ascoltino la Scienza autentica meritevole del nostro rispetto. La democrazia non può essere messa in pericolo dal nuovo Leviatano tecno-sanitario”, ha affermato Liccione, dando appuntamento ai manifestanti per l’otto gennaio, “anche se non è detto – ha affermato – che non ci si incontri anche il prossimo sabato di Natale”.
Ma le cose non vanno bene per il movimento: il fronte piemontese è spaccato in due e alla manifestazione di ieri ha partecipato un migliaio scarso di persone, in netto calo dunque rispetto al passato.
Ma a spopolare la piazza sono state le denunce – per vilipendio a un militante di Massa che aveva più volte pesantemente insultato il premier Mario Draghi e il commissario per l’emergenza Covid Francesco Paolo Figliuolo e per danneggiamenti un altro che armeggiava con il maxischermo con il contatore della progressione dei vaccini somministrati – e soprattutto le centinaia di multe per chi non indossava le mascherine.
“Io non mi spavento – ha detto Liccione – anche se la Polizia ha attaccato la mia famiglia multando in piazza, a fine comizio, mia mamma e la mia fidanzata perché non avevano la mascherina…”.
Come se avessero fatto male a far rispettare un obbligo di legge, ci sarebbe da dire. Ma la verità è che, con il vento del contagio della variante Omicron che terrorizza l’Europa, anche lo zoccolo duro dei no vax si va sfaldando.
Inutilmente, forse, è risuonato lo slogan “se non cambierà, bloccheremo le città”, scandito sulle note dell’inno d’Italia e che ha ieri concluso la manifestazione a Torino.