Il Generalissimo Tricarico, l’uomo più potente della difesa italiana da lustri, ha derubricato a sciocchezze le dichiarazioni dell’ex Presidente della Corte Costituzionale Giuliano Amato. Per il mondo della Difesa l’Alta Corte, o la Presidenza del Consiglio, sono dei luoghi d’infanzia, a cui riferire solo quello che non disturba gli interessi superiori, ossia quelli della Difesa Atlantica. Sembra che i generali italiani siano pagati dall’Italia ma arruolati dalla Nato. È comprensibile, i privilegi Nato, le spinte alla propria carriera dipendono moltissimo da quell’organismo, capace di forti raccomandazioni alla debole politica italiana.
Giuliano Amato sostiene in un’intervista che la tragedia del DC9 Itavia al largo di Ustica, la Sicilia sempre in mezzo come il prezzemolo, fu causato da un missile francese durante un duello aereo, con aerei di diverse nazionalità, dalle tracce radar per anni occultate e deviate, avvenuto per uccidere il leader libico Gheddafi.
Giuliano Amato, persona talmente prudente da essere chiamato il “Dottor Sottile”, sostiene addirittura che Gheddafi fu avvertito da Craxi, sempre avverso alla politica Nato, Sigonella docet, e forse pure Tangentopoli.
Craxi, come pure Andreotti, non era per nulla d’accordo all’obbedienza agli Americani tout court. La pista francese fu dichiarata ai magistrati da Cossiga, all’epoca dei fatti Presidente della Repubblica, e quindi Capo del Consiglio Supremo di Difesa, nel 2008.
Ma perché Amato, per nulla umorale o bipolare come il Picconatore, ci ritorna ora? È solo per l’afflato successivo alla scomparsa di Andrea Purgatori, unico giornalista italiano che indagò testardamente sui fatti?
Ovviamente non sarà così. Giuliano Amato ha ricoperto tutte le cariche della Repubblica, è il maggior Civil Servant della Repubblica, ormai è sfumata la sua possibilità a ricoprire la carica suprema della Presidenza della Repubblica, perché lo fa?
Perché in Europa, in alcuni ambienti con cui è in contatto Amato, la cieca obbedienza artica alle tattiche, più che strategie, americane non convincono. La guerra finanziata e sostenuta da tutta la Nato in Ucraina ha un potenziale effetto boomerang, come quello speculare nelle scene finali di Caccia a Ottobre Rosso. Rischiamo di rafforzare il blocco anti occidentale dei BRICS, che, mentre la Nato guarda alla fascia Artica, ha già conquistato il Sud del mondo, in particolare l’Africa. Gli Stati Uniti non hanno mai capito, per carenza di tradizioni secolari ed analisi, Africa e Medio Oriente, ed il caso Al Quaeda ne è la prova provata. Il Continente Africano, ex colonia europea, poi per loro è come un Black Hole stellare.
Cosa sottende l’uscita di Amato? Forse il tentativo di fare sponda con i francesi per riequilibrare le logiche della Nato, consegnate da anni a fedelissimi segretari nord europei, schiacciati sulle posizioni americane. Servirebbe anche alla Meloni non schiacciarsi troppo su questa Nato, che ha fatto sempre gli interessi di alcuni carrieristi della Difesa, ma mai dell’Italia. Il caso Ustica, vista la ricostruzione, è emblematico. I cieli a sovranità italiana e la vita dei suoi cittadini contano poco o nulla per i vertici dell’Alleanza. L’Italia seguendo Amato potrebbe tentare di riscattare il suo ruolo di alleato subalterno, di Paese a Sovranità limitata altro che sovranismo. A questo serve il Caso Ustica. Anni di depistaggi, morti sospette, bugie, muri di gomma, in questo caso tutti italiani, potrebbero crollare? O si vive di sola Nato?
Così è se vi pare.