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Noto, appartamento sequestrato in un Palazzo barocco

“Speriamo che la vicenda giudiziaria si possa concludersi presto e i nuovi proprietari o gli attuali possano ristrutturare l’immobile e vivere la nostra città”.

Lo ha detto al Qds.it il sindaco di Noto Corrado Bonfanti commentando la notizia del sequestro preventivo di parte di Palazzo Zapata, edificio barocco che si trova sul centralissimo corso Vittorio Emanuele.

Il sequestro del palazzo settecentesco a Noto, “giardino di pietra” della Sicilia, capitale del Barocco fiorito, era stato eseguito dalla Guardia di Finanza di Milano con il supporto dei militari siciliani su ordine della magistratura dopo che un’azienda per la produzione dell’acciaio di Magenta (Milano), proprietaria dell’immobile era stata dichiarata fallita, nel maggio del 2018, con un passivo di oltre sessanta milioni di euro.

Analizzando l’ampia documentazione bancaria e societaria acquisita, le Fiamme Gialle hanno scoperto, si legge in una nota, “molteplici condotte di distrazione di fondi perpetrate negli anni da parte del management della società, che hanno portato alla bancarotta dell’impresa con ramificazioni anche in Nord Europa e nei Paesi arabi”.
E tra le modalità “con cui alcuni indagati hanno impiegato i fondi distratti dalle casse societarie, è emerso anche l’acquisto nel 2014 al prezzo di seicentomila euro di un’estesa porzione dell’immobile signorile settecentesco ora sequestrato”.

Ossia, appunto, un appartamento di Palazzo Zapata.

“Quel che ci interessa, della vicenda – ha spiegato il sindaco Bonfanti – è ovviamente la tutela di questo immobile di pregio. Il resto è una normalissima vicenda giudiziaria legata al fallimento di una società industriale”.