Cultura

Noto, la mostra “Novecento”, l’intervista a Giovanni Filippini

Dopo la chiusura a causa del prolungato lockdown,  riapre, rinnovata nella sua esposizione la mostra “Novecento da Pirandello a Guccione” che racconta con una puntuale sintesi un secolo di arte siciliana.

Per il mese di giugno è possibile visitare l’esposizione tutti i giorni della settimana, dalle dieci del mattino alle venti di sera. Poi a luglio, agosto e settembre, l’orario sarà prolungato fino alle undici di sera.

La mostra, prodotta da Mediatica, si svolge, tra gli altri, con il patrocinio del Ministero dei Beni Culturali, della Regione Siciliana, del Comune di Noto, della Fondazione Fausto Pirandello e il con tributo di vari archivi.

Abbiamo incontrato uno dei protagonisti che ha collaborato nella realizzazione della mostra evento nella città barocca, Giovanni Filippini che abbiamo intervistato e ha dichiarato: “Questa mostra rappresenta un’occasione straordinaria scoprire tantissimi artisti siciliani”.

In mostra saranno esposti anche 10 capolavori di Fausto Pirandello e 5 di Luigi , lo scrittore premio Nobel che amava la pittura.

La vicenda creativa dei due Pirandello rappresenta un caso straordinario , forse unico, specie se si considera che entrambi, padre e figlio, hanno raggiunto i vertici della fama. Scrittore, poeta e drammaturgo insignito nel 1934 del Premio Nobel per la letteratura, Luigi Pirandello ( Agrigento 1867-Roma 1936) ha sempre coltivato in privato, anche la pittura, mentre il suo terzogenito, Fausto ( Roma 1899-1975), uno dei maggiori pittori italiani del Novecento, si è cimentato in varie occasioni con la scrittura. Lo sguardo del pittore e quello del letterato, perciò in casa Pirandello si sono spesso incrociati.

In una rara intervista rilasciata nel 1969 Fausto Pirandello, ormai settantenne, dichiarava che col padre parlava sempre di pittura e aggiungeva “lui stesso era un pittore, il primo esemplare di pittore che ho conosciuto , perché l’ho visto sin da bambino”. 

Luigi Pirandello aveva iniziato a coltivare la pittura da giovane, in Sicilia, sotto la guida di Gaetano Castrogiovanni. E poi per tutta la vita, durante i periodi di villeggiatura, ha continuato a dipingere, rigorosamente dal vero, soprattutto il paesaggio oppure ritratti di familiari e amici. Infatti in mostra sono presenti i ritratti di sua moglie, di Fausto e del nipote Pierluigi oltre a due paesaggi di Anticoli Corrado.

L’opera letteraria di Luigi Pirandello ha influenzato anche le arti figurative specie nel periodo tra le due guerre. Emblematico in tal senso, appare il romanzo Uno, nessuno e centomila, che affronta questioni legate al tema dell’identità personale e coinvolge la sfera dell’autoritratto e del ritratto.

E per quanto riguarda Fausto , forse non è casuale che l’opera con cui esordisce nel 1925 sia un quadro di nudo, intitolato Bagnanti, un soggetto sul quale l’artista tornerà ossessivamente per tutta la vita.  

Il realismo di Fausto fu essenzialmente poetico, introspettivo, intravisto attraverso una lente deformante che per alcuni aspetti ricorda l’inquietante mondo artistico di Francis Bacon, ma sembra anche anticipare di 50 anni la pittura di Lucien Freud, come già ha indagato una mostra curata da Vittorio Sgarbi nell’ambito della Biennale di Venezia 2011. Punti di contatto con il nipote di Sigmund si esplicano soprattutto nei grandi Nudi, nelle posizioni e nell’intreccio dei corpi pesanti fatti di una materia greve, densa, antilirica, drammatica.

I quadri di Fausto Pirandello parlano di tormento, di solitudini, di un individualismo tenace e singolare. E’ evidente il particolare realismo pervaso da un senso di inquietudine, di attesa, di stupore, di straniamento, la materia ripresa e lavorata instancabilmente.

“Un secolo di arte siciliana vuol dire, in larga misura, un secolo di arte italiana”  – dice Vittorio Sgarbi. Non è lo stesso per quasi nessun’altra regione, non per l’Emilia Romagna, nonostante Morandi e De Pisis, non per la Toscana, nonostante Soffici e Rosai, non per Roma nonostante le due scuole romane.

La Sicilia del novecento, sia in letteratura sia nelle arti figurative, ha dato una quantità di artisti e scrittori che hanno contribuito in modo determinante a delineare l’identità prevalente della cultura italiana.

Sotto il patrocinio del Ministero dei Beni Culturali, della Regione Siciliana , del Comune di Noto, della Fondazione Fausto Pirandello e dai principali archivi,   la mostra è prodotta da Mediatica  che vanta una lunga esperienza di grandi progetti culturali in Sicilia.

Quando, nel 2003, Vittorio Sgarbi scandagliava con occhio attento e curioso il patrimonio pittorico e scultoreo italiano nella “ricerca di un’identità” artistica nazionale, vi comprendeva anche la Sicilia, di cui, come è suo gusto, cercava e indagava personalità nascoste e pur sorprendenti. Offrì allora un panorama inedito e affascinante. Ma più ne raccolse, giungendo fino alle ultime generazioni, nel 2014, con la prima edizione di “Artisti di Sicilia”, che attraversò con un grosso bagaglio di opere, una buona parte dell’isola da Favignana, a Palermo e a Catania.

Oggi la mostra degli “Artisti di Sicilia” viene riproposta a Noto variandone in parte il panorama con eliminazioni e aggiunte di nomi e con opere diverse degli stessi artisti, per ribadire e sottolineare ancora una volta l’ampiezza, la varietà e la forza del genio artistico dell’isola. Sgarbi ha allargato al massimo, sia numericamente sia nelle generazioni, sia nella diversità degli “esercizi di stile”, il panorama, offrendo al numeroso pubblico dei visitatori una rara occasione, per vedere raccolte insieme prove significative ormai storicizzate sia dei più noti maestri sia di personalità defilate, ma non ignorabili, sia dei più giovani artisti, spesso costretti ad una diaspora o ad un isolamento, che non ne ha consentito una pronta conoscenza. Obiettivo: una lettura pressoché unitaria, complessiva dell’arte siciliana, nel cui eclettismo predomina, per lo più, un fil rouge, quello del realismo, della figurazione, che, ad eccezione di alcune parentesi di sperimentalismo innovativo, non trova ostacoli nel suo percorso.

Un realismo, però, che agganciandosi a questi stimoli di innovazione e alle personali fantasie immaginative, perviene a interpretazioni sempre nuove, segnate dal sigillo delle singole personalità. Figura, Ritrattistica, Interni, Paesaggismo, Nature morte sono i maggiori ambiti di riferimento di questo realismo, su cui si sono cimentati e si cimentano ancora in molti: il nodo di una rete, in cui confluiscono le testimonianze creative delle più importanti personalità artistiche dell’isola.

Noto, capitale del barocco e patrimonio mondiale dell’UNESCO, che ha fatto la scelta precisa di essere una città d’arte si ripropone nel 2021 con una determinata vivacità culturale diventando, nel suo museo all’aperto, la casa degli artisti accogliendo pittori, scultori, fotografi, poeti, musicisti e scrittori

La città netina ha sviluppato negli anni un progetto completo costituito non soltanto dalle mostre ma da percorsi culturali globali che hanno costruito un brand fortemente riconoscibile. La città ha già nelle sue sinuose architetture e nella sua storia quei requisiti che possono deputarla al ruolo di città d’arte diventando in qualche modo tra le mete preferite dando un forte impulso al turismo culturale.

La mostra Novecento – Artisti di Sicilia. Da Pirandello a Guccione”, a cura di Vittorio Sgarbi, è un tributo alla Sicilia, ai siciliani , alla sicilitudine con opere dedicate anche al tema della donna e si innesta perfettamente nel ciclo quinquennale, che ha visto Noto diventare palcoscenico di grandi mostre d’arte di cui Mediatica è sempre stata protagonista riuscendo anche nell’intento di produrre una prestigiosa esposizione di arte pubblica sulla scalinata della Cattedrale di Noto proponendo lo scultore Igor Mitoraj.

Nella sezione fotografica della mostra è ricordato anche il Maestro Franco Battiato, in un suggestivo scatto di Luigi Nifosì che lo ritrasse insieme al Maestro Piero Guccione. Due monumenti culturali amici generosi della città di Noto.