Editoriale Grimaldi

Nulla di nuovo sul Colle

Sia chiaro: di quanto sta accadendo nell’Aula di Montecitorio con i suoi 1049 Grandi Elettori, dei quali alcuni infetti da Covid, altri avanti nell’età, altri ancora troppo imberbi per il ruolo che ricoprono, altri a giocare a rimpiattino e una decina che cercano di fare qualcosa, me non ci riescono, non v’è da meravigliarsene.

Basta guardare la storia delle precedenti 14 elezioni avvenute a partire dal 1946. Che mostra come eccezion fatta per De Nicola e Cossiga (alla prima chiama e con altissimo numero di voti) tutti i Presidenti sono stati eletti dopo che erano stati immolati nomi chiari ed illustri, franchi tiratori fatto centro distruggendo schemi, crociate ed accordi di mesi, e soprattutto tutti e quanti gli eletti uomini di parte (e che parte!) poi in corso d’opera super partes.

Scrivo mentre scorre il sesto scrutinio dopo il blitz tentato dalla destra con la Casellati, Presidente del Senato, fermatesi a 382 voti (come accadde a Fanfani decenni addietro) e con tutti leader a dire che bisogna eleggere un presidente di altissimo profilo (Giannelli ha problemi con le sue vignette perché se troppo alto il profilo non rientra nel riquadro) super partes – e non ve ne uno – con Mattarella che accettando frantumerebbe la Costituzione che violata una volta dice di una eccezione, ma due volte dice di una prassi, Draghi che se lascia il Governo la maggioranza di unità nazionale va a farsi benedire con le conseguenze legate ai fondi europei sui quali di già la EU si interroga, con il paese in piena endemia nonostante il Generale ed il ministro che di “speranza” ha solo il nome e con tutti i candidati in corsa che vanno da qualcuno che dirige i servizio segreti che ha fatto irrigidire Putin, fin’ora l’unico che ex capo di questi sia divenuto Presidente di un uno stato, ad altro che fa rabbrividire, perché dimostrerebbe che non è vero che non moriremo democristiani! Insomma parrebbe con nessuno che vada bene a tutti .

Oltretutto non v’è manco in giro un buon “maneggione”- nel passato sempre presente- che riesca a mediare la situazione. L’unico che si atteggia – solo atteggia – tale il buon sindaco di Benevento con moglie grande elettore che viene intervistato da tutti essendo l’unico e solo che osi dire scempiaggini costituzionali e politiche: santo uomo!
Ed ecco allora se la sceneggiata dovesse protrarsi con la Casellati a surrogare dopo il 3 Febbraio il Presidente della Repubblica ed Amedeus ad imprecare perché questo gli rovinerebbe il Festival, il coniglio dal cilindro: il sorteggio.

Non previsto dalla Costituzione come tante altre cose (elettori ignoranti, veto quasi ad una donna, o di sinistra o niente,ricordarsi dello stato in cui versa l’Italia), ma che risolverebbe tutto con nessuno a perdere o vincere, dando al Parlamento un’occasione per immetterlo in Costituzione così come si pensa di fare per certi atti del CSM.

E che avrebbe a pendant l’altra eccezione già perpetrata: la rielezione di un Presidente a mandato finito.
Si, nulla di nuovo, in questo caso, sul fronte quirinalizio.