“L’assessorato regionale Territorio e Ambiente precisa che non ha rilasciato alcun provvedimento autorizzatorio”. A pochi giorni dalla nota con cui la Regione ha specificato che la valutazione positiva dell’impatto ambientale che deriverebbe dalla realizzazione di una nuova discarica a Lentini non costituisce un via libera alla costruzione, è normale chiedersi cosa abbia spinto il governo Schifani a intervenire sulla vicenda.
Per i sindaci di Lentini e Carlentini, Rosario Lo Faro e Giuseppe Stefio, a pesare potrebbe essere stato il timore delle proteste dei residenti dei due centri che da decenni hanno a che fare con le discariche e che per questo non sono disposti ad accettare l’arrivo di nuovi flussi sul proprio territorio.
Un altro spunto di riflessione, però, potrebbe arrivare dall’esame del parere rilasciato dalla commissione tecnica-specialistica guidata da Gaetano Armao. Pur dando un giudizio positivo sulla compatibilità ambientale dell’impianto, il documento rimanda a momenti successivi l’ottenimento dei nulla osta che la legge prevede siano necessari prima di iniziare a gestire i rifiuti. “Il rilascio della Via è condizionato all’ottemperanza del quadro prescrittivo rispondente a 26 condizioni ambientali e non è vincolante rispetto all’autorizzazione finale”, si legge nella nota della Regione. Tra gli aspetti che ancora devono ricevere il semaforo verde ci sono fattori tecnici che, per loro natura, sarebbero suscettibili di determinare effetti sull’ambiente.
A presentare l’istanza per trasformare oltre 176mila metri quadrati di contrada Scalpello in discarica è stata l’impresa Gesac. A porre la propria firma, nella richiesta inviata alla Regione, è stata Agata Leonardi. Il documento riporta la data del 19 maggio 2020: due settimane dopo i fratelli della donna, Antonello e Salvatore, sarebbero stati arrestati nel blitz Mazzetta Sicula con l’accusa di associazione a delinquere, traffico di rifiuti e corruzione nella gestione della discarica di Sicula Trasporti che si trova sempre a Lentini. Per entrambi, che di Gesac erano soci insieme alla sorella, a luglio è arrivata la condanna in primo grado.
Considerati i guai giudiziari e il successivo sequestro di Gesac, a portare avanti l’iter per la realizzazione della nuova discarica sono stati gli amministratori nominati dal tribunale dopo il sequestro delle quote sociali. Il progetto prevede la costruzione di due differenti bacini di abbancamento per un totale di oltre 2,7 milioni di metri cubi da gestire con conferimenti annuali compresi tra 700mila e 900mila tonnellate, per una durata di circa quattro anni. Ad arrivare in contrada Scolpello, in un’area che si trova a poco più di tre chilometri dal centro abitato di Lentini, sarebbero rifiuti indifferenziati provenienti dalla raccolta nelle utenze domestiche, ma anche prodotti come rifiuti ricavati dalla desolforizzazione del petrolio, fanghi, pitture e vernici, rifiuti di saldatura, catalizzatori.
A far discutere nel parere positivo rilasciato dalla Cts sono le valutazioni fatte in merito all’assenza dell’impianto dal piano d’ambito delle Srr Catania Area Metropolitana e Siracusa Provincia, ovvero i due ambiti a cavallo dei quali il progetto si sviluppa. La legge regionale prevede che la pianificazione dell’impiantistica sia fatta dall’autorità d’ambito chiamata a delineare le strategie per soddisfare il fabbisogno dei territori di cui si occupa, nel rispetto del principio di prossimità secondo cui il ciclo dei rifiuti andrebbe chiuso in luoghi vicino a quelli in cui gli stessi vengono prodotti.
Tuttavia l’istanza presentata da Gesac fa riferimento a un quadro generale che comprende le difficoltà dell’isola: “Le motivazioni che hanno indotto a richiedere la progettazione di una nuova discarica sono da ricercarsi nella attuale condizione di criticità del settore dello smaltimento dei rifiuti solidi urbani, collegato all’insufficiente quadro impiantistico regionale per il pretrattamento dei rifiuti prima del definitivo smaltimento in discarica”, viene riportato nel parere della Cts. Nel documento si fa cenno anche le spedizioni all’estero effettuate da Sicula Trasporti (anch’essa di proprietà dei Leonardi e oggi gestita dagli amministratori giudiziari) per lo smaltimento dei rifiuti trattati nel Tmb di proprietà, dopo che la discarica di Grotte San Giorgio (Lentini) ha chiuso i battenti per assenza di spazi.
In ogni caso, per la Cts l’assenza dell’impianto dal piano d’ambito delle Srr può essere superata in un secondo momento: “La criticità può essere superata con la successiva acquisizione da parte del proponente del nulla osta da parte dell’autorità d’ambito competente”, si legge. Nel parere viene richiamata anche una sentenza del Tar del 2022 in cui i giudici amministrativi dicono che “la circostanza che l’impianto privato non sia previsto nella pianificazione d’ambito non rappresenta di per sé un fattore ostativo rispetto alla stessa pianificazione”, ma al contempo specificano che “compete alla Srr la valutazione in ordine alla possibile interferenza del nuovo impianto con l’impiantistica pubblica eventualmente già in funzione, nell’ottica dell’autosufficienza di tale impiantistica”.
Una valutazione che, secondo l’attuale Cts della Regione, può avvenire in un momento successivo al rilascio della Via, mentre negli anni del governo Musumeci l’allora commissione tecnica-specialistica aveva assunto un diverso orientamento, ritenendo imprescindibile avere il parere della Srr per poter esprimersi sugli impatti ambientali di un progetto riguardante un impianto per il trattamento dei rifiuti.
In materia di attestazioni inerenti l’esercizio dell’attività, la Cts ha deciso di accettare che la Gesac presenti in un momento successivo il possesso della titolarità a gestire i rifiuti. Le norme, infatti prevedono che “i titolari di impianti privati, pur destinatari delle autorizzazioni, non possono vantare l’automatica conferibilità presso i loro impianti (esistenti o autorizzabili) dei rifiuti da parte dei Comuni o dalle Autorità d’ambito, dal momento che la conferibilità dei rifiuti va formalmente disposta dai produttori”. In altre parole, dunque, nel caso dei rifiuti urbani indifferenziati servirebbe un affidamento nel rispetto della normativa che regola i contratti pubblici.
Nel parere positivo di compatibilità ambientale si rinvia a un secondo momento anche i chiarimenti in merito ad aspetti non secondari nella realizzazione di una discarica. È il caso, per esempio, delle verifiche di stabilità della discarica e dei sistemi da adottare “al fine di garantire la minimizzazione del battente idraulico sul fondo della discarica e la prevenzione di intasamenti o occlusioni per tutto il periodo di gestione operativa e post operativa della discarica”. La Cts, inoltre, ha rilasciato la Via rimandando all’autorità ambientale della Regione ogni valutazione sulle “idonee modalità di smaltimento del percolato” che saranno attivate nella faste post-operativa e che Gesac dovrà specificare in fase di redazione del progetto esecutivo.
La stessa posizione è stata assunta per quanto riguarda le emissioni di odori: la Cts ha affidato ad Arpa il compito di vigilare sugli adempimenti che Gesac è chiamata a eseguire. Nello specifico si tratterà di produrre una mappa “a scala adeguata della dispersione simulata degli odori emessi dai corpi discarica con l’indicazione dei recettori presenti entro la fascia in cui si rileva il superamento dei valori limite”, “chiarire la destinazione urbanistica degli stessi recettori” e “prevedere un sistema di monitoraggio in continuo delle emissioni odorigene”.
All’Arpa – un funzionario della quale è stato condannato nel processo Mazzetta Sicula per avere preso tangenti dai Leonardi – spetterà anche l’onere di stabilire la correttezza della gestione delle rocce e dei materiali da scavo prodotti nella fase di realizzazione della discarica.
Scorrendo i documenti che hanno portato la Cts a esprimersi a favore della compatibilità ambientale del progetto di discarica, ci si imbatte anche in una nota dell’Asp di Siracusa a cui la commissione aveva chiesto una valutazione d’impatto sulla salute (Vis). Il parere, in questo caso, appare parziale per stessa ammissione dell’Azienda sanitaria provinciale: “Va rilevato che la Vis eseguita – si legge – è carente per assenza di dati epidemiologici sulla popolazione, su cui incide la realizzazione della nuova discarica, la gestione post-mortem ,e sulla modifica dello stato di salute dei cittadini del territorio”. L’Asp, pur affermando che “l’analisi ambientale e sanitaria condotta sulla realizzazione di un’ulteriore discarica nel Comune di Lentini fa emergere un impatto aggiuntivo di notevole entità” ritiene lo stesso “poco significativo rispetto all’alternativa zero di non realizzare la discarica”.
A sostegno di questa tesi posizione c’è l’assunto per cui “l’impatto ambientale e sanitario è relativo, rispetto ad altri fattori di rischio ambientale, quali il fumo, l’inquinamento da traffico automobilistico e industriale” e la considerazione che “il mancato smaltimento dei rifiuti porterebbe a risultati peggiori di una corretta gestione di una discarica”.
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