Stretta sul contante e pos obbligatorio per gli esercenti: sono questi due dei “nuovi” strumenti normativi di contrasto all’evasione fiscale.
Il primo è vigore dal 1° gennaio di quest’anno: secondo quanto stabilito dall’art. 18 “Modifiche al regime dell’utilizzo del contante” del Decreto-legge n. 124/2019, convertito dalla L. n. 157/2019, infatti, è possibile pagare cash cifre che non superino i 999,99 euro. L’inasprimento del limite del pagamento in denaro è stato graduale: dal 1° luglio 2020 e fino al 31 dicembre 2021, il tetto è passato da 3 a 2.000 euro, mentre a decorrere dal 1° gennaio 2022, la soglia è scesa, come detto, a 1.000 euro. Per le violazioni commesse e contestate dalla suddettadata, il minimo edittale è fissato a 1.000 euro.
Per quanto riguarda i pagamenti mediante moneta elettronica (carte di credito, di debito o prepagate), la novità non è averlo reso obbligatorio: a questo aveva già provveduto il Governo Monti con il cosiddetto Decreto Crescita 2.0 (Decreto-legge n. 179/2012). La novità sta nell’aver introdotto delle sanzioni per gli inadempienti. Con il Decreto-legge n. 152/2021 contenente “Disposizioni urgenti per l’attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) e per la prevenzione delle infiltrazioni mafiose”, convertito dalla Legge n. 233/2021, il governo Draghi ha introdotto una doppia sanzione per gli esercenti che rifiutino pagamenti mediante moneta elettronica che scatterà però a partire dal 1° gennaio 2023: da quella data, infatti, nei casi di mancata accettazione di un pagamento, di qualsiasi importo, effettuato con una carta di pagamento a debito o a credito, si applicherà una sanzione amministrativa pecuniaria “fissa” di 30 euro e una “variabile” pari all’aumento del 4 per cento del valore della transazione rifiutata.