SIRACUSA – A Siracusa, presso l’ospedale Umberto I, si è registrato un nuovo caso di contagiato da Coronavirus. Si tratta di un infermiere del reparto di Pronto Soccorso che, risultato positivo al secondo tampone, è stato ricoverato al reparto di Malattie infettive.
E’ l’ultimo di una serie di casi che ha visto medici ed infermieri del nosocomio aretuseo contagiati da Covid-19. Le tre sigle sindacali Cgil, Cisl e Uil che, da tempo, criticano l’operato della dirigenza dell’Asp di Siracusa, attraverso i rispettivi segretari, Roberto Alosi e Vera Carasi, e il commissario straordinario, Luisella Lionti, hanno inviato una urgente richiesta di incontro all’assessore regionale alla Salute, Ruggero Razza.
I tre sindacalisti hanno dichiarato: “Abbiamo chiesto un incontro urgente attraverso una videoconferenza sull’emergenza sanitaria che attanaglia la provincia di Siracusa e sulle preoccupazioni ancora oggi esistenti agli inizi della cosiddetta Fase 2. Le roventi polemiche esplose ormai da settimane sulla capacità di risposta delle strutture sanitarie pubbliche siracusane all’emergenza Covid-19, gli appelli lanciati da più parti circa la necessità di intervenire a tutela della salute pubblica con correttivi di governance generale e sanitaria adeguati all’emergenza in atto e l’assordante silenzio con cui la dirigenza generale e sanitaria dell’Asp di Siracusa ha inteso rispondere alle nostre continue richieste di incontro, ci impongono la necessità di un tavolo di confronto”.
“La presenza costante, attenta, critica e propositiva delle federazioni di categoria, – aggiungono Alosi, Carasi e Lionti – ha contribuito a determinare interventi e correttivi importanti. L’impegno Confederale deve adesso guardare alla fase successiva di questa emergenza sanitaria. Bisogna individuare tutti gli accorgimenti per ripristinare la piena funzionalità del sistema sanitario siracusano, utili a ricostruire un clima di fiducia e di sicurezza fra gli operatori sanitari e la collettività allo stato delle cose profondamente messo in discussione”.
Il segretario generale della Cisl Fp Siracusa, Daniele Passanisi, e la responsabile del Dipartimento Enti regionali della Cisl Fp Siracusa, Paola Di Gregorio, invece, segnalano forti ritardi nell’effettuazione dei tamponi per il personale del Parco Archeologico di Siracusa. “Ritardi intollerabili ed incomprensibili. Tutto questo è ancora più inspiegabile, nonché grave, – affermano – alla luce ancora oggi di un caso di positività e di altri casi di asintomatici, emersi in qualche dipendente dello stesso Ente”.
“Sono state effettuate ben tre richieste nelle ultime settimane, da parte del direttore del Parco archeologico, all’Asp di Siracusa per effettuare i tamponi al personale in organico – proseguono – a fronte di alcuni casi di positività al Covid 19, senza che sia stato dato seguito a queste istanze. Segnaliamo che i dipendenti hanno scelto responsabilmente di restare in quarantena. Tutto ciò ci sembra alquanto grave da parte dell’Asp visto che, a distanza di oltre un mese, la situazione non risulta essere migliorata, in particolare nelle modalità di intervento”.
“Non vorremmo rivivere la stessa tragedia di fine marzo con i casi Rizzuto e la sua segretaria – concludono – ed è per questo che sollecitiamo azioni concrete e immediate a tutela del personale del Parco Archeologico”.
Il QdS ha provato a sentire anche l’Asp di Siracusa sulle accuse mosse dai sindacati. Siamo in attesa di una replica che pubblicheremo nei prossimi giorni.