Antonio Tajani è il candidato ideale per svolgere il ruolo di presidente del Consiglio nazionale di Forza Italia e rappresentare il partito in Europa: è questa l’opinione espressa dal presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani, in un’intervista al Giornale.
Ecco le sue dichiarazioni e le motivazioni a favore della candidatura del vicepresidente del Consiglio dei ministri e ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale.
“Per la sua storia (tra l’altro è cofondatore del partito nel ’94), per la sua autorevolezza anche in Europa, e per il ruolo di coordinatore al quale negli ultimi anni lo ha destinato lo stesso Berlusconi, Antonio Tajani è il candidato naturale al ruolo. Per quanto mi riguarda non vedo altre ipotesi anche se in democrazia le regole sono sacre e saranno rispettate”, afferma Schifani.
Tra le priorità da affrontare, secondo il governatore siciliano, ci sono “il rispetto delle procedure che Antonio Tajani sta portando avanti con grande e condiviso rigore. E con trasparenza. E poi la linea politica, che comunque si conferma coerente in queste ultime settimane con quella del presidente Berlusconi“.
In vista dell’importante cambiamento per il gruppo di Forza Italia, Schifani aggiunge: “È la prima volta che siamo chiamati a decisioni collettive. Finora ci siamo sempre riconosciuti nel nostro leader al quale abbiamo rispettosamente riconosciuto l’ultima parola. Ed è stato sempre un bene. Oggi siamo chiamati a un cambio di passo. Ed è ovvio che ora le sensibilità differenti possono emergere di più. Però siamo chiamati alla responsabilità di garantire la continuità e a darci degli obiettivi”.
Per Schifani l’obiettivo primario per Forza Italia è “l’unità. Che non significa appiattimento sul monopensiero. Ma confrontarsi per poi trovare la sintesi”. A proposito di Berlusconi, Schifani dice di aver “imparato molto dal presidente negli anni in cui ero capogruppo al Senato. Lui ci ha insegnato l’arte dell’ascolto. È stato un grande maestro per me. Mi ha insegnato ad ascoltare tutti, per poi fermarsi a riflettere e quindi decidere”.
In merito al Sud, invece, per Schifani è importante “chiedere che il Paese non vada a due velocità. D’altronde i temi del Sud sono già presenti nel documento che si discuterà il 15″.
Immagine di repertorio