Dall’1 ottobre le FFP2 non saranno più obbligatorie sui mezzi pubblici. Tuttavia, si prevede una proroga per l’obbligo di indossare le mascherine rimarrà in vigore nelle strutture sanitarie, Rsa e ospedali.
Il provvedimento di proroga è atteso in serata. In queste ore la misura anti-Covid viene valutata dalle autorità sanitarie competenti.
I tecnici del Ministero della Salute in queste ore starebbero lavorando per decidere sulla possibile proroga dell’obbligo di uso della mascherina in ospedali e Rsa. Si deciderà nelle prossime ore.
Al momento non si prevede, invece, alcuna proroga per l’obbligo di indossare le mascherine sui mezzi pubblici. Da domani si potrà salire su metro, autobus, tram e treni senza indossare dispositivi di protezione anti-Covid.
La ragione della possibile proroga è chiara: in autunno-inverno, la circolazione dei virus è molto più alta. E non si parla solo di Covid (che continua a circolare in Italia, nonostante le nuove varianti appaiano meno gravi delle precedenti). Il Ministero della Salute, di conseguenza, ritiene che possa essere utile mantenere la mascherina nei luoghi dove normalmente stanno le persone più fragili.
“Indossare una mascherina in ospedale e Rsa dovrebbe essere un comportamento spontaneo, di buon senso e buona educazione, nella stagione in cui circolano una serie di patogeni respiratori, non solo il coronavirus”. Questo è il commento dell’epidemiologo Pier Luigi Lopalco, docente di Igiene all’Università del Salento, all’Adnkronos Salute.
Anche la Società Italiana di Igiene apprezza la proroga all’obbligo di mascherine nelle strutture sanitarie. Il presidente della Siti Antonio Ferro, infatti, ha commentato: “Questa sarebbe stata una richiesta forte della Società italiana di igiene e anche di altre società scientifiche per due motivi fondamentali. Primo: per la protezione di coloro che frequentano gli stabilimenti ospedalieri e le Rsa. Secondo, perché – in un momento storico di grande difficoltà negli organici – avere dei soggetti che si contagiano o si possono contagiare in ambito ospedaliero metterebbe davvero in crisi il sistema”.
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