PALERMO – In tempi di pandemia l’attenzione delle parti sociali è rivolta alle imprese che hanno subìto un duro colpo alla loro economia. Il sindacato regionale della Cgil incalza il governo regionale affinché si preoccupi di dare risposte chiare insieme al governo nazionale. “La situazione è tale che proseguire con il blocco della spesa per investimenti e lo stallo dell’azione politica è delittuoso”, ha detto il segretario generale della Cgil Sicilia, Alfio Mannino, nel corso del direttivo del sindacato.
Mannino ha espresso preoccupazione “per l’incertezza che vive il Paese e per una risposta del governo nazionale – ha sostenuto – all’insegna dello smarrimento. Servono invece risposte chiare, utili a ricostruire un clima di fiducia, sia sotto il profilo dell’emergenza sanitaria che sotto quello dell’economia e non tentennamenti e piani, come quello del Recovery Fund inadeguati di fronte alla grave crisi che attraversa il Paese”.
Mannino ha aggiunto che la crisi ha investito tutti i settori e la Cgil teme che “quando finirà il blocco dei licenziamenti l’occupazione vada in caduta libera: “Il governo regionale si adoperi per una seria progettazione di interventi e per il loro avvio”, ha chiosato Mannino che poi ha ricordato anche che “la Sicilia può disporre di 1,2 miliardi della vecchia programmazione, di oltre 7 miliardi della nuova e delle risorse del Recovery Fund. Serve l’accelerazione di tutte le procedure, ma soprattutto una progettazione che garantisca l’avvio di un nuovo modello di sviluppo in grado di creare lavoro”.
Il segretario della Cgil ha rilevato che “la fase attuale rende più impellenti le riforme, a partire da quella dell’amministrazione regionale, per garantire l’ottimale e veloce gestione delle risorse, sulle quali – ha aggiunto – occorrerà anche vigilare per evitare le infiltrazioni mafiose”.
Alle incalzanti richieste dei sindacati risponde in qualche maniera il Governatore Musumeci che ha spiegato quali iniziative sono state messe in campo dall’esecutivo siciliano. “Dal mese scorso – ha detto Musumeci – l’Irfis è diventata anche soggetto in house della Regione Siciliana ed ha completato il processo di trasformazione voluto dal governo Musumeci per diventare strumento operativo al servizio delle realtà produttive dell’Isola. Si tratta di un punto qualificante del programma del governo regionale, conseguito con notevole anticipo.
Secondo i vertici dell’Istituto finanziario, “i risultati innovativi costituiscono la base per ambire a servizi ancora più efficienti”. Musumeci ha detto che le misure finanziarie messe in campo, a livello nazionale, non riescono a sopperire ai mancati guadagni ed alcuni comparti, come quello dei ristoratori e degli albergatori, sono particolarmente in sofferenza. Spesso si registrano perdite, rispetto al precedente anno, di oltre l’80% che costringono molti esercizi a rimanere chiusi e, talvolta, a non avere neanche la prospettiva di rialzare la saracinesca.
“Negli ultimi due anni l’Irfis ha lavorato per cambiare radicalmente la propria missione – ha aggiunto il governatore – non è più la Banca della Regione, ma si è trasformata nella Banca a sostegno delle imprese siciliane”. Nel 2017, l’Irfis aveva deliberato appena 59 finanziamenti.
Nell’anno 2020, con il nuovo governo, il numero delle imprese a cui l’Irfis ha dato un supporto economico è di circa 2.700”. Musumeci ha spiegato che “sono soprattutto le imprese giovanili e femminili, le Start Up a chiedere ed ottenere un sostegno e, da ottobre di quest’anno, l’Irfis ha deliberato finanziamenti per oltre tre milioni e mezzo di euro, con tempi medi di istruttoria di appena quattro settimane. Un risultato positivo dovuto all’assessore per l’Economia Gaetano Armao, ha detto Musumeci che ha voluto lo sblocco del Fondo Sicilia”.