ROMA – Buone notizie per l’economia italiana, che sembra aver intrapreso la strada del risanamento dei conti, anche se per gli osservatori internazionali permangono delle criticità legate a fattori già ben identificati: troppa burocrazia, la necessità di apportare riforme ed elevato debito pubblico accumulatosi nel tempo.
A disegnare il profilo economico del 2024 del nostro Paese, ma anche delle nazioni del G20 è stato l’Ocse, l’organismo parigino di studi economici per le realtà che hanno in comune un sistema di governo di tipo democratico e un’economia di mercato.
Nonostante le guerre in Ucraina e in Medio Oriente l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico, conferma le ottimistiche previsioni di crescita dell’economia globale e in particolare l’Italia sta andando relativamente bene nel 2024, con una crescita dello 0,8%. In merito all’economia della nostra nazione, però, non sono tutte rose e fiori: il capo economista dell’Ocse, Alvaro S. Pereira, durante la conferenza stampa di presentazione dell’Economic Outlook di interim, ha detto che “dato il suo elevato debito pubblico l’Italia deve mantenere una linea di bilancio prudente, come quella seguita finora, mentre deve perseguire efficienze sulla spesa pubblica, limitare le esenzioni fiscali e ampliare la base imponibile”.
“Ma al tempo stesso – ha aggiunto – deve continuare a fare leva su riforme per ridurre i fardelli regolamentari, che a volte sono troppo elevati. Pensiamo che in Italia serva la prudenza di Bilancio, perché i livelli di debito sono molto alti. È piuttosto importante anche trovare efficienze sulla spesa. Quindi bisogna attuare le riforme, che sono essenziali”.
Ocse ha ritoccato al rialzo la crescita economica del nostro Paese, per il 2025 l’ha limata sempre dell’1%, fissandola all’1,1%. Per quanto riguarda l’inflazione, dopo il 5,9% del 2023 l’Ocse ha ritoccato al rialzo, in entrambi i casi di 0,2 punti, le attese sul carovita in Italia, all’1,3% su quest’anno e al 2,2% per il 2025.
Nell’Eurozona l’Italia a livello di crescita occupa uno dei posti di rilievo, insieme alla Spagna, poiché gli altri Paesi sono sotto di un punto percentuale (0,7%). Addirittura la Germania si ritrova in fase di stagnazione.
La crescita del Pil mondiale, per Ocse, dovrebbe stabilizzarsi al 3,2% sia nel 2024 che nel 2025. Per gli Stati Uniti la crescita annuale del Pil invece dovrebbe rallentare fino al 2025. I dati comunque indicano che la produzione globale ha resistito ed è cresciuta in molti paesi del G20. “È in corso – secondo l’organismo internazionale – un’accelerazione nei settori dei servizi e la crescita dei salari reali sostiene le spese delle famiglie, anche se il potere d’acquisto rimane inferiore al livello pre pandemia in molti Paesi”.
Tuttavia, nonostante le previsioni ottimistiche, l’Ocse ritiene che persistano dei rischi a causa delle tensioni geopolitiche che potrebbero danneggiare gli investimenti e far salire i prezzi alle importazioni. La conseguenza sarebbe il rallentamento dei mercati del lavoro e quindi della crescita. “All’opposto – hanno spiegato dall’Ocse – il quadro potrebbe svilupparsi meglio del previsto se la ripresa dei redditi reali potrebbe spingesse fiducia e spese dei consumatori, mentre ulteriori cali dei prezzi del petrolio accelererebbero il processo di disinflazione”.