Pezzi di Pizzo

Odio di classe

Perché un Sindaco ed i suoi accoliti stanno odiando così tanto i loro concittadini è spiegabile nella categoria di una nuova lotta di classe. Oggi hanno sequestrato la città motorizzata, chiudendo l’unica alternativa alla circonvallazione occlusa dal Ponte Corleone, la via del mare. La velocità in città per ore è stata di 5 km orari, facendo saltare il lavoro o le altre esigenze a migliaia di palermitani. Tutto bloccato in un traffico che supera di molto il grottesco di Johnny Stecchino. Tutto questo per autoincensarsi in uno spot della Redbull, sul Foro Italico. Un’intera città sequestrata. I cittadini trattati come bestie senza diritti.

D’altra parte tra una risata di seppellimento e l’altra, il Sindaco e gli assessori ce lo avevano detto. L’automobile è vietata. Vietata la libertà di movimento con la Ztl più grande del mondo libero. Noi, noi Amministrazione, siamo noi e voi non siete un c…. .

Se si aggiunge la frase “gli abitanti del centro portano i rifiuti in periferia” si capisce che si sta cercando lo scontro sociale prima che politico. Si cerca di mettere una minoranza agguerrita da una visione di Buonismo&Giustizia contro il qualunquismo confuso e disperso della maggior parte dei palermitani. È un processo motivazionale per rafforzare la falange macedone Orlandiana nello scontro politico che il prossimo anno, se la mancanza di coraggio dei finti oppositori persiste, produrrà la Madre di tutte le Battaglie. O “Noi”o il diluvio.

Orlando definisce la maggior parte dei palermitani come “Panormosauri”, che resistono alla sua “Visione” di cambiamento, che ha portato Palermo ai primi posti delle città europee e nelle classifiche di qualità della vita. Solo che una massa di palermitani ciechi, non acculturati come lui, forse pure di destra, sicuramente ambigui e mafiosi, non crede a questa visione meravigliosa e pertanto deve essere punita ed indicata all’odio dei suoi accoliti.

Devono vivere nella sporcizia e nei ratti, devono cadere sui marciapiedi dissestati o essere investiti dai nuovi mad Max, i cavalieri dei monopattini. Devono uscire di casa con il machete a causa di erbacce da giungla africana. Devono soprattutto scordarsi di dare dignità ai propri defunti.

Lui ci disprezza e ci addita all’odio di classe dei suoi sodali, sia quelli dichiarati che quelli nascosti tra le fila di una finta opposizione.

Lui ha dichiarato, con disarmante supponenza, di noi palermitani se ne fotte. Lui pensa solo alla sua città utopica, la Camelot Orlandiana, dove tutto è assolutamente stupendo, perché ci ha portato il sole dell’avvenire. La luce contro le tenebre.

Al calar del tramonto lui si erge nel suo palazzo, sormontato da avvoltoi più che da aquile, come un Golem che ammira il fantastico trionfo della morte che è Palermo.

Gatto Silvestro