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Olimpiadi, a Fiumicino grande festa per Jacobs e i medagliati

Accoglienza da star ieri sera nell’aeroporto di Roma Fiumicino per Marcell Jacobs, che si è presentato agli arrivi con in braccio il figlio e al collo una delle due medaglie d’oro conquistate ai Giochi di Tokyo.

Fra applausi e ovazioni, lo sprinter azzurro è stato abbracciato dalla compagna Nicole, dai due figlioletti, dalla mamma e dagli amici.

“Non mi aspettavo venissero tutti, è stato bellissimo – ha detto Jacobs, campione olimpico nei 100 metri e nella 4×100 -, anche sul podio è stato emozionante ma tornare qui e rivedere tutti lo è anche di più”.

Con il portabandiera nella cerimonia di chiusura, guidata dal presidente del Coni, Giovanni Malagò è rientrata in Italia l’intera spedizione azzurra che ha conquistato quaranta medaglie olimpiche stabilendo un record storico.

Con un volo diretto Alitalia dal Giappone sono sbarcati fra gli altri anche gli ori dell’inseguimento a squadre di ciclismo, Filippo Ganna, Francesco Lamon, Simone Consonni e Jonathan Milan, oltre al bronzo nell’Omnium di ciclismo e portabandiera Elia Viviani, il bronzo nel Karate Kata, Viviana Bottaro, infine le Farfalle bronzo della ginnastica ritmica, Alessia Maurelli, Martina Centofanti, Agnese Duranti, Martina Santandrea e Daniela Mogurean.

Tutti sono stati accolti festosamente con urla di gioia lanciate da colleghi, famigliari, parenti e amici.

L’aereo “olimpico” dell’Alitalia proveniente da Tokyo e carico di “stelle” e di medaglie azzurre, è giunto dopo le 20.30 a Fiumicino.

Ad accogliere, all’uscita del Terminal 3 dello scalo romano, erano presenti folte rappresentanze dei gruppi sportivi di appartenenza, come Fiamme Oro, Fiamme Gialle, Esercito, circoli sportivi, oltre a familiari, colleghi e amici.

Oltre a trasmettere l’Inno di Mameli, a cura della società di Gestione, Aeroporti di Roma, tramite gli altoparlanti dello scalo, la sala era impavesata di tricolori e striscioni di benvenuto.

Uno in particolare, da parte dei colleghi delle Fiamme Oro dedicato a Jacobs su cui campeggiava, oltre al cognome dell’atleta, la scritta “Oro”.