Il cannocchiale

Oltre le apparenze

Una rana si trova a proprio agio in un pentolone di acqua fresca e se l’acqua comincia a scaldarsi non scapperà, per un po’ si sentirà ancora meglio. Non noterà l’aumento della temperatura, finché non sarà eccessiva e morirà, bollita. Questa metafora del filosofo americano Noam Chomsky fa riferimento ad un esperimento condotto nel 1882 presso la John Hopkins University, è contenuta nel libro “Media e Potere” e serve per descrive la passività con cui si accettano situazioni che diventano sempre più insopportabili finché non è troppo tardi per reagire.

Nello spirito di approfondimento del Quotidiano di Sicilia Il cannocchiale intende guardare lontano, andare oltre alle apparenze, più in là del chiacchiericcio quotidiano dei telegiornali e dei talk show e cercare di comprendere la realtà oltre alle apparenze, interpretare le tendenze che prendono corpo ogni giorno. Per non fare la fine della rana è necessario sviluppare una visione di lungo periodo che consenta di rispondere per tempo.

Cominciamo con un esempio, l’elezione del Presidente della Repubblica. Uno spettacolo poco commendevole dei rappresentanti dei cittadini eletti, tra l’altro, anche per assolvere a questo compito. L’occasione è stata utilizzata per lotte tra coalizioni, partiti, correnti e fini personali dei protagonisti. Il risultato è stato la sconfitta del parlamento, che non è riuscito a fare di meglio che confermare Sergio Mattarella al Quirinale. Sicuramente un esito migliore di altri prospettati nel corso della settimana di elezioni, che però denota miopia, immobilismo e incapacità di interpretare una realtà italiana bisognosa di visione e dinamismo e l’opportunità dell’Italia di assumere un ruolo internazionale di maggior peso. Se guardiamo oltre le apparenze il problema non sono né le istituzioni né i partiti.

Al prossimo inutile dibattito sul cambiamento della Costituzione bisogna contrapporre il vero problema, la selezione di una classe dirigente dotata delle necessarie capacità politiche.