“Chiediamo che venga fatta chiarezza sulle ragioni che hanno condotto l’assassino del dottor Gaetano Alaimo a togliere la vita al nostro collega, perché quanto emerso finora attraverso i mezzi di informazione circa il presunto movente non ha alcun fondamento”. Così Salvatore Gibiino, segretario nazionale del Sindacato Branca a Visita (Sbv) commentando le notizie sul movente che ieri, a Favara, avrebbero portato all’assassinio del vicesegretario provinciale agrigentino del sindacato e medico cardiologo Gaetano Alaimo, ucciso da un suo paziente.
“Alaimo – prosegue Gibiino – non avrebbe in nessun caso potuto operare il suo assassino perché non era un cardiochirurgo, ma un cardiologo e per giunta senza il supporto di una struttura ospedaliera. Quindi attribuire ad Alaimo la decisione di non praticare l’intervento è una motivazione che non sta in piedi. Altra falsità è quella relativa al mancato rilascio del certificato medico per la patente: il certificato anamnestico può essere rilasciato solo e soltanto dal medico di famiglia, che ha completa conoscenza della cartella clinica del suo paziente e del quadro di tutte le patologie, e non da uno specialista come Alaimo”.
“Abbiamo l’impressione – conclude il segretario nazionale Sbv – che le motivazioni che sarebbero state addotte dall’omicida di Alaimo stiano celando altro e confidiamo che gli inquirenti e la magistratura siano in grado di far luce sulla questione evitando che le ragioni di un atto brutale come questo vengano derubricate a movente umano e parzialmente addebitate a scelte o decisioni che il nostro collega non poteva assumere”.