Davide Fontana resta in carcere per l’omicidio volontario aggravato dell’ex compagna Carol Maltesi, uccisa lo scorso gennaio e fatta a pezzi. Lo ha deciso il gip di Brescia Angela Corvi sottolineando come “per oltre due mesi, l’indagato escogitava, preparava ed attuava una complessa strategia per occultare l’orrendo delitto commesso, fare sparire il corpo e così definitivamente sottrarsi da qualsiasi responsabilità”.
In questo senso, spiega nel provvedimento di convalida, “si procurava gli arnesi per fare a pezzi il cadavere, un congelatore per conservarlo senza destare sospetti, affittava una casa isolata per fare sparire ogni traccia della ragazza, compiva una serie di sopralluoghi funzionali ai suoi scopi, si fingeva Carol al cellulare e compiva ogni possibile azione per simulare la sua esistenza in vita (compreso pagarle le bollette di casa e intrattenere via messaggio i suoi clienti)”.
Si tratta di azioni che, a dire del gip di Brescia “mostrano in maniera assolutamente lampante la ferma, pervicace, inamovibile volontà dell’indagato di evitare le conseguenze delle sue gravissime azioni e che dimostrano la sussistenza di un evidentissimo rischio di fuga”. La possibilità di darsi alla macchia è ritenuta “altamente verosimile” e il pericolo di inquinamento probatorio “non può oggi ritenersi venuto meno” visto che non è ancora possibile escludere il coinvolgimento di altre persone che potrebbero averlo aiutato a liberarsi del corpo. Di più “appare macroscopico il pericolo di recidiva specifica”, ossia c’è “l’elevata probabilità che il Fontana commetta in futuro gravi delitti contro la persona”, conclude il gip Corvi.