Cronaca

Omicidio piccola Elena, la madre Martina Patti rinviata a giudizio

E’ arrivata la richiesta di rinvio a giudizio da parte della Procura di Catania per Martina Patti, la 24enne rea confessa dell’omicidio della piccola Elena Del Pozzo, uccisa a soli 5 anni con un’arma da taglio nel giugno 2022 e seppellita in un campo nei pressi dell’abitazione della donna a Mascalucia.

Per la donna i reati contestati sono omicidio premeditato aggravato, occultamento di cadavere e simulazione di reato: la prima udienza del processo, davanti al gip Stefano Montoneri, si terrà il prossimo 17 aprile.

L’omicidio della piccola Elena: s’indaga sul movente

Martina Patti in un primo momento finse il sequestro della bambina all’uscita dall’asilo da parte di una banda di rapitori, salvo poi confessare il delitto e far ritrovare il cadavere della piccola nei campi vicino casa di Mascalucia.

Gli inquirenti stanno ancora cercando di comprendere il movente che abbia spinto la donna a compiere un’atrocità simile.

Una delle piste seguite dai carabinieri è quella della gelosia covata nei confronti dell’ex compagno e padre di Elena, Alessandro Del Pozzo di 24 anni.

Un’ossessione portata dentro da tempo da Martina Patti fino a esplodere in rabbia e portarla a premeditare il delitto. La ‘scintilla’ potrebbe essere stata la sera trascorsa da Elena con i nonni paterni e la felicità dimostrata dalla bambina nel frequentare la nuova compagna del padre.

Proprio la sera sera prima di essere uccisa, infatti, la bambina ha dormito dai nonni. Il giorno dopo la madre andò a riprenderla all’asilo a mezzogiorno e la riportò a casa, a Mascalucia: successivamente Martina Patti uscì nuovamente con l’auto, per creare un diversivo, e fece ritorno successivamente nell’abitazione.

In quel lasso di tempo la donna realizzò l’atroce delitto, seppellendo con una pala e un piccone il corpicino nascosto in cinque sacchi di plastica nera in un terreno nei pressi della sua abitazione.

La messinscena del rapimento

Successivamente, Martina Patti ha fatto scattare il “piano” del finto rapimento avvisando i genitori e il padre della bambina dell’inesistente sequestro.

Dopo essere rientrata a casa, si recò dai carabinieri a denunciare l’accaduto: in un primo momento i militari associarono il rapimento ad alcune minacce che nel 2021 l’ex convivente aveva trovato davanti al cancello di casa per una rapina per la quale Del Pozzo era stato arrestato nel 2020 e poi assolto per non avere commesso il fatto.

La versione fornita dalla 24enne, tuttavia, è crollata nel giro di poche ore: oggi è arrivato l’inevitabile rinvio a giudizio.