Cronaca

Omicidio Saman Abbas, arrestato lo zio a Parigi, le prove schiaccianti

Lo zio di Saman Abbas, la ragazza di 18 anni di origine pachistana scomparsa da Novellara in provincia di Reggio Emilia, è stato arrestato nella periferia di Parigi.

L’uomo, Danish Hasnain, è stato bloccato in un’abitazione privata di rue de Bastion, nel quartiere di Garges-les-Gonesse, dalla polizia francese in coordinamento con il nucleo investigativo dei carabinieri di Reggio Emilia. E in esecuzione di un mandato di arresto europeo. Tra una decina di giorni dovrebbe essere trasferito in Italia

LE PROVE CONTRO LO ZIO

Hasnain, di 33 anni, è uno dei cinque parenti della 18enne indagati per l’omicidio della giovanissima che si era ribellata al matrimonio forzato e che è scomparsa il 30 aprile, proprio dall’abitazione in cui risiedeva con la famiglia. Una morte annunciata, vista la denuncia di Saman e il suo iniziale collocamento in un luogo protetto. E visti i contenuti dei messaggi che la stessa inviava al fidanzato, riportando le macabre conversazioni tra i suoi parenti a proposito della sua fine. E’ stato proprio il fidanzato, infatti, a lanciare l’allarme.

Nel mese di luglio sono state interrotte le ricerche, durate oltre due mesi, nell’area dell’azienda agricola di Novellara, dove abitavano e lavoravano i suoi genitori.
Lo zio è considerato l’autore materiale del delitto. “Abbiamo fatto un lavoro fatto bene”, scriveva in chat a una persona a lui vicina. Contro di lui anche la testimonianza del fratello di Saman, di 16 anni – che oggi si trova in luogo protetto -, che ha ipotizzato l’abbia strangolata. Si tratta dello stesso uomo ripreso in video nei pressi del casolare di Novellara con una pala e un piede di porco, presumibilmente utilizzati per scavare la buca e nascondere il cadavere.

GLI ALTRI INDAGATI

Secondo gli investigatori, l’omicidio sarebbe stato commesso anche dai cugini della ragazza, Ikram Ijaz e Nomanhulaq Nomanhulaq. Ijaz è stato arrestato a maggio in Francia, il secondo è attualmente ricercato assieme ai genitori della giovane – Shabbar Abbas e Nazia Shaheen -, fuggiti in Pakistan il primo maggio.

Prima dell’uccisione di Saman, avvenuta presumibilmente tra il 30 aprile e il primo maggio, secondo la ricostruzione degli inquirenti i familiari si sarebbero incontrati per definire gli ultimi dettagli del piano criminale.
“Io faccio piccoli pezzi e se volete la porto anch’io a Guastalla, e la buttiamo là, perché così non va bene”, così avrebbe detto uno dei partecipanti, secondo la testimonianza del fratello minore.