Cronaca

Morte David Rossi, il mistero dell’email e festini hard, le indagini

È ancora giallo sulla morte di David Rossi, avvenuta a Siena il 4 marzo del 2013. L’uomo è precipitato dalla finestra del suo studio della banca Monte Paschi di Siena, dove era capo della comunicazione. Oltre agli incredibili errori nelle prime indagini, adesso la polizia postale ha stabilito che la sua email d’addio non è stata creata il giorno della sua morte, ma nei giorni successivi. Evidenza che escluderebbe – come sin dall’inizio sostenuto dalla famiglia – il suicidio.

Il giallo dell’email

“La questione, emersa nella giornata di ieri, della data di creazione della lettera con cui David Rossi annunciava il proprio suicidio, in data successiva alla sua morte, merita di essere accuratamente approfondita in sede peritale, e, ove trovasse conferma, getterebbe un’ombra inquietante sull’intera vicenda”. Lo dichiara il presidente della commissione d’inchiesta parlamentare sulla morte di David Rossi, Pierantonio Zanettin.

“Ho quindi convocato in via d’urgenza per mercoledì prossimo l’ufficio di presidenza della commissione per affidare ai corpi speciali dei Carabinieri, già incaricati della maxi perizia, uno specifico ed articolato quesito sulla questione”, conclude. 

Rossi, responsabile dell’area comunicazione Monte dei Paschi, morto il 6 marzo 2013 nel mezzo della bufera della banca senese. 

Luci e ombre sulla sua morte

La moglie, Antonella Tognazzi, e la figlia della moglie da sempre gridano giustizia, certe che David Rossi non si sarebbe mai e poi mai suicidato. Custodiva tanti segreti – dei quali pochi sono a conoscenza essendo una persona molto riservata – e si pensa che uno di questi abbia spinto qualcuno a togliergli la vita.

L’11 gennaio scorso, durante la trasmissione televisiva Porta a Porta, Tognazzi ha sottolineato come il marito, nonostante le perquisizioni a casa e nel suo ufficio, non “temesse di essere arrestato. Dal momento che aveva un legame molto forte con Mussari e Vigni, il suo terrore era che lo tirassero dentro. Ma non era dentro alle dinamiche finanziarie della banca”.

Sull’ipotesi della partecipazione a festini hard della “Siena bene” ha aggiunto: “No, non c’è nessun testimone che dica di averlo visto”. Ma proprio questo filone potrebbe essere quello giusto per spiegare alcune stranezze quantomeno nelle indagini: “Alcuni dei magistrati avrebbero frequentato questi ambienti – ha aggiunto la vedova – e di conseguenza si erano venute a creare quelle connivenze per cui, per qualcuno, c’era interesse a non indagare”.