Omicron 2, l’ultima variante del Covid-19 sempre più diffusa in Italia. Tutto quello che c’è da sapere sui sintomi, l’incubazione, la durata e la cura.
I contagi stanno aumentando e questo andamento “sembra apparentemente essere guidato dalla crescente circolazione della sottovariante BA.2 di Omicron”, nota come Omicron 2, “che sembra essere più trasmissibile rispetto ad altre varianti di Sars-CoV-2”.
E’ il quadro tracciato da Marco Cavaleri, responsabile Vaccini e Prodotti terapeutici Covid-19 dell’Agenzia europea del farmaco Ema.
Più contagiosa quindi, ma con sintomi lievi in generale. La variante Omicron 2 non sembra infatti provocare effetti più gravi rispetto alla ‘versione base’ di Omicron. Naso che cola, mal di testa, stanchezza con dolori muscolari, starnuti e mal di gola sono stati i sintomi più segnalati. Segnalati anche casi di nausea e diarrea.
Rispetto alla versione ‘tradizionale’ del Covid, associato in particolare alla variante Delta, appaiono meno frequenti le segnalazioni alla perdita di olfatto e gusto, sintomi ‘spia’ della malattia nelle precedenti ondate.I sintomi più lievi rischiano di essere confusi con sindromi da raffreddamento, quindi, molto comuni nei mesi invernali e decisamente diffusi tra i bambini.
La durata media della malattia è di 5-7 giorni con una incubazione di 3 giorni in media.
Non c’è ancora nessuna evidenza che Omicron 2 buchi di più i vaccini Covid, ha fatto presente ancora Cavaleri. “Non c’è al momento alcuna indicazione che la fuga immunitaria dopo la vaccinazione sia significativamente diversa con Omicron BA.2 – sottolinea – mentre il modello di attività degli anticorpi monoclonali può variare in modo significativo con ciascuna sottovariante di Omicron“.
“Stiamo continuando a valutare i dati sull’efficacia di vaccini e trattamenti anti-Covid contro Omicron e le sue sottovarianti. Di fronte alla crescita dei tassi d’infezione, è importante sottolineare – evidenzia – che la vaccinazione continua a offrire un’elevata protezione contro il ricovero e la morte per Covid, nonostante secondo alcuni studi si stia verificando nel tempo una certa riduzione della protezione dalla malattia grave almeno nelle popolazioni più vulnerabili”.
Alla luce di tutto questo, “continuiamo a esortare tutti i cittadini a farsi vaccinare e a ricevere il booster – esorta Cavaleri – se si è nella categoria idonea a riceverlo”. Si osserva infatti uno schema: “I Paesi con tassi di vaccinazione elevati stanno segnalando una mortalità e tassi si ospedalizzazione significativamente inferiori”.