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Oncologi, mancano piattaforme per le televisite

Mancano piattaforme digitali per le visita oncologiche da remoto: la carenza è stata presentata nel corso del Cipomo Day, il convegno promosso dal Collegio italiano dei primari oncologi medici ospedalieri. Nello stesso evento sono stati presentati i dati relativi ai controlli eseguiti con i tamponi su personale sanitario e oncologi, pubblicati sullo European Journal of Cancer.

I dati indicano che il mondo sanitario è stato costantemente monitorato grazie a tamponi nasali periodici (oltre l’85% li ha avuti, specialmente al Sud e al Nord, meno al Centro) ma lo sono stati anche i pazienti che eseguono terapie oncologiche in day hospital. Ciò avviene maggiormente nelle strutture del Sud (85%) rispetto a quelle del Centro-Nord (54% e 53% rispettivamente). L’analisi evidenzia anche la mancanza di piattaforme digitali in grado di gestire le visite a distanza: solo l’11% delle oncologie mediche ha potuto usufruirne. “Questo è un argomento importante da cui ci aspettiamo risposte in tempi rapidi”, dice Francesco Grossi, dell’Università dell’Insubria (Varese), coordinatore dello studio. “La telemedicina – prosegue – è una realtà che deve essere messa a disposizione dei sanitari specialmente in situazioni come questa della pandemia”. Dal convegno è emerso che la conversione di molti reparti ospedalieri (e a volte di interi ospedali) in reparti Covid ha comportato ritardi nell’assistenza ai pazienti oncologici. È stato anche osservato che nel 2020 il numero degli interventi chirurgici per tumore è diminuito rispetto al 2019. Per il tumore della mammella il calo è stato del 12% (pari a 805 casi), mentre per quanto riguarda gli interventi al colon retto il calo è stato del 13% (464 casi). I tumori operati nel 2020 sono risultati in stadio più avanzato rispetto all’anno precedente, probabilmente per effetto della sospensione dei programmi di screening. (ANSA).