Giustizia

Open Arms, Matteo Salvini decise da solo, vada a giudizio

“Giuseppe Conte ha riferito che mai in Consiglio dei Ministri si è discusso di singoli casi o della concessione di autorizzare attracchi a navi che avessero soccorso migranti”.

Il procuratore di Palermo Francesco Lo Voi ha citato la deposizione dell’allora presidente del Consiglio, ascoltato a Roma dal Gup di Catania Nunzio Sarpietro per il caso Gregoretti, per spiegare la richiesta di rinvio a giudizio per Matteo Salvini, che a Palermo, per il caso Open Arms, è accusato di sequestro di persona e rifiuto di atti d’ufficio, accuse punite con il carcere fino a quindici anni.

Per la Procura di Palermo – che ha chiesto di produrre agli atti la decisione del Comitato Onu dei Diritti umani del 29 gennaio del 2021 con cui Italia è stata condannata per non avere agito tempestivamente in relazione a un evento Sar al di fuori delle acque territoriali italiane -, la decisione di non far sbarcare a Lampedusa nell’agosto di due anni fa i 147 disperati soccorsi in mare dalla nave dell’Ong spagnola, è da attribuire esclusivamente all’allora ministro dell’Interno.

“La decisione la assunse Salvini – ha detto Lo Voi – che informava poi i colleghi del Governo con cui condivideva solo le linee generali della politica in tema di migranti. Come quelle relative alla redistribuzione dei profughi e al pressing da esercitare sull’ Europa per superare le regole di Dublino”.

L’imbarcazione rimase davanti alle coste dell’isola fin quando il procuratore di Agrigento Luigi Patronaggio, salito a bordo per controllare le condizioni dei migranti, ne ordinò lo sbarco.

E la scelta di trattenere a bordo i profughi per i pm costituì una violazione di legge.

Inoltre, secondo la Procura, non fu un atto politico: nessuna decisione condivisa, nessuna scelta collegiale.

Per questo, ieri, al termine di una lunghissima udienza preliminare, Lo Voi ha chiesto il rinvio a giudizio del capo della Lega per il caso Open Arms.

“Ce lo aspettavamo – ha commentato l’avvocato di Salvini, la senatrice leghista Giulia Bongiorno -, questo processo contesta a Salvini il sequestro di persona perché il divieto di sbarco disposto dal Viminale sarebbe stato poi annullato dal Tar. Ma il provvedimento dei giudici amministrativi sospese solo in parte l’efficacia del divieto e solo al fine di poter prestare aiuto ai migranti che avessero bisogno. Il Governo infatti fece entrare la nave e si diede soccorso a chi ne aveva necessità, quindi non ci fu nessuna disobbedienza”.

Questo, dunque, quel che l’avvocato Bongiorno dirà nell’arringa difensiva del processo palermitano, fissata per il prossimo diciassette aprile.

Poi il gup Lorenzo Jannelli dovrà decidere sulla sorte di Matteo Salvini.

“Sono orgoglioso di aver lavorato per proteggere il mio Paese rispettando la legge, svegliando l’Europa e salvando vite. Se questo deve provocarmi problemi e sofferenze, me ne faccio carico con gioia” ha ribadito quest’ultimo ai giornalisti, esclusi ancora una volta dall’udienza nononstante la richiesta del procuratore Lo Voi di far assistere la stampa.

Il Gup, infatti, nonostante le difese non si siano opposte alla presenza dei media in aula, è rimasto fermo sulle sue posizioni negando l’accesso ai giornalisti.