Lavoro

Operai Blutec Termini Imerese davanti la Presidenza della Regione

Da mercoledì 24 febbraio gli operai ex Blutec non si sono più fermati. Dopo dodici giorni di presidio davanti i cancelli dello stabilimento di Termini Imerese, oggi i lavoratori si sono spostati a Palermo, in Piazza indipendenza, davanti la sede dell’Assemblea regionale siciliana.

Ieri i sindacati Fim-Cisl, Fiom-Cgil e Uilm-Uil hanno inviato una richiesta di incontro urgente al presidente della Regione siciliana per sollecitare il Governatore Musumeci a sostenere la vertenza. Nelle scorse settimane la protesta è partita contro l'”inerzia del Governo”.

Infatti, nonostante la richiesta di incontro con il neo ministro dello Sviluppo economico Giancarlo Giorgetti, le sollecitazioni delle istituzioni locali e dei commissari straordinari, ad oggi non c’è stata nessuna risposta per trovare una soluzione definitiva alla vertenza che dura da un decennio.

In queste ore le delegazioni sindacali di stanno incontrando i funzionari regionali.

“Gli operai sono stanchi ed esasperati, non è una condizione che può continuare, si deve porre una soluzione industriale che salvi il futuro di questo territorio e di questi lavoratori oltre che dell’indotto”, spiega Antonio Nobile, segretario generale Fim Cisl Palermo Trapani oggi al sit in in piazza Indipendenza.

“Nei giorni scorsi abbiamo reiterato la nostra richiesta di incontro al ministro Giorgetti per riaprire il tavolo di crisi, ma ancora non abbiamo ricevuto risposta da qui la protesta di piazza di oggi”.

“Domina solo il silenzio sui progetti energetici ambientali presentati per Termini nei mesi scorsi, su altre possibili ipotesi avanzate nei mesi scorsi ma mai palesate ufficialmente e intanto la cassa integrazione scadrà a giugno e lo spettro dell’arrivo delle lettere di licenziamento spaventa centinaia di famiglie termitane”, aggiunge Nobile.

Per il segretario generale Cisl Palermo Trapani, Leonardo La Piana: “Sembra assurdo che in tutti questi anni, un polo industriale con personale altamente qualificato come quello di Termini, non abbia ottenuto un piano industriale solido e certo. Bisogna rendere attrattiva la zona con le infrastrutture adeguate, con le Zes che attendono di fatto l’attivazione. Si usino tutti gli strumenti possibili, bisogna salvare il futuro industriale di un territorio che paga gli effetti devastanti di anni di crisi”.

Mario Catalano