Ennesimo incidente sul lavoro in Sicilia. Stavolta la location è quella di Fiumedinisi, in provincia di Messina, dove un operaio di 46 anni è rimasto infilzato all’addome da un palo di legno mentre era impegnato nei lavori di costruzione di un hotel e centro benessere del Comune di Cateno De Luca. L’uomo, subito soccorso dai colleghi presenti che hanno assistito inermi alla scena, è stato trasferito in codice rosso via autostrada presso il pronto soccorso dell’ospedale Policlinico di Messina. L’incidente si è verificato nel pomeriggio, quando l’uomo che aveva appena ripreso il lavoro è rimasto infilzato.
Determinati per stabilizzare le condizioni di salute del 46enne, l’intervento immediato dei colleghi di lavoro dell’operaio. Sono stati loro a fornire i primi soccorsi in attesa dell’arrivo del personale del 118, giunto a Fiumedinisi con due ambulanze provenienti dalle postazioni di Santa Teresa di Riva e di Scaletta Zanclea, in questo caso senza medico a bordo.
All’operaio è stata subito riscontrata una ferita perforante all’addome che ne ha richiesto l’immediato trasporto a Messina. Secondo quanto riferito da fonti mediche, l’uomo non sarebbe però in pericolo di vita. Le forze dell’ordine, tra cui i carabinieri della Compagnia di Messina Sud, sono intervenute per accertare le dinamiche dell’accaduto e ripristinare la sicurezza del cantiere.
La costruzione, situata sulla sponda sinistra del torrente di Fiumedinisi, ha visto riprendere le attività solo di recente, dopo una lunga interruzione iniziata nel 2011 e che ha visto protagonista dal punto di vista giudiziario proprio l’ex sindaco del Comune, ora primo cittadino di Taormina, Cateno De Luca. Vicende accantonate col tempo e che avevano consentito proprio la ripresa dei cantieri.
Per l’area nella quale si è verificato il gravissimo incidente sul lavoro, De Luca era stato accusato di abuso d’ufficio e falso in relazione all’espansione edilizia nella zona, prima di essere assolto durante il processo di appello nel 2019. Cadde invece in prescrizione l’accusa di tentata concussione. Nell’inchiesta furono coinvolti anche il fratello Tindaro De Luca e Benedetto Patisi, ex presidente della commissione edilizia del Comune.
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