Nella giornata del 14 febbraio, su delega della Procura Distrettuale della Repubblica – Direzione Distrettuale Antimafia, la Polizia di Stato di Catania ha eseguito la misura cautelare della custodia cautelare a carico di 5 soggetti, accusati di spaccio di droga e di aver agevolato la famiglia mafiosa del clan Santangelo (operante ad Adrano, articolazione territoriale del clan Santapaola-Ercolano, famiglia catanese di Cosa nostra).
Degli arrestati, 2 sono stati condotti in carcere e 3 posti ai domiciliari. Sono accusati, a vario titolo, dei delitti di associazione per delinquere finalizzata allo spaccio di eroina, cocaina e marijuana, con l’aggravante di aver agito al fine di agevolare l’attività dell’associazione mafiosa denominata clan Santangelo – “taccuni” operante ad Adrano.
Più nello specifico, gli individui indicati a seguire, sono destinatari della custodia in carcere:
I seguenti soggetti, invece, sono stati sottoposti alla misura degli arresti domiciliari:
Il provvedimento restrittivo è stato emesso all’esito di indagini coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia e svolte congiuntamente, tra i mesi di settembre e dicembre 2019, dal commissariato di Pubblica Sicurezza di Adrano e dalla Squadra Mobile – Sezione Criminalità Organizzata.
L’attività di indagine, supportata da presidi tecnici (intercettazioni telefoniche, ambientali e videoregistrazioni), ha consentito di acquisire significativi elementi di colpevolezza a carico di un sodalizio criminale dedito allo spaccio di eroina, cocaina e marijuana, operante ad Adrano (CT), con al vertice, in qualità di capi promotori, i fratelli Fabio e Vincenzo Castelli (quest’ultimo diventato poi collaboratore di giustizia).
Oltre a ricostruire la struttura interna del gruppo criminale, le indagini hanno permesso, altresì, di risalire ai canali di approvvigionamento di droga dell’organizzazione. Il gruppo, che agiva a favore del clan Santangelo, si riforniva di cocaina e marijuana tramite alcuni trafficanti catanesi appartenenti al clan Santapaola – Ercolano, mentre aveva il proprio fornitore di eroina in un trafficante operante a Palagonia (CT).
Lo smercio delle sostanze stupefacenti avveniva sia all’interno di un’abitazione adibita a “piazza di spaccio” in via Rometta ad Adrano (CT) che tramite una rete di apparati cellulari “citofono” tramite i quali i pusher dell’organizzazione venivano contattati dagli acquirenti.
L’organizzazione, che nascondeva le proprie scorte di droga in un garage in via La Malfa ad Adrano (CT), faceva confluire gli ingenti proventi del traffico e dello spaccio in una “cassa comune” gestita in modo centralizzato dai fratelli Castelli, i quali erano tenuti a corrisponderne una percentuale ai vertici del clan mafioso Santangelo – “taccuni” di Adrano, sulla cui forza intimidatrice i due fratelli facevano leva per imporre a vari spacciatori adraniti l’obbligo di rifornirsi di cocaina dal loro gruppo criminale.
A tal fine, il gruppo criminale si dotava di armi da sparo, assicurandosi così l’apporto militare necessario a sostenere il confronto con gli altri gruppi malavitosi di Adrano in caso di improvvisi picchi di conflittualità e derive violente.
Le indagini svolte hanno consentito diversi arresti di membri del gruppo criminale con relativi sequestri di sostanze stupefacenti e armi da sparo:
Tutte le ipotesi accusatorie, allo stato avallate dal giudice per le indagini preliminari in sede, dovranno trovare conferma dopo il contraddittorio tra le parti, come legislativamente previsto.