Cronaca

L’operazione antimafia a Palermo: “asse della droga” Sicilia-Calabria-Campania

Droga sull’asse Sicilia-Calabria-Campania e un giro d’affari illegale da migliaia di euro in varie zone d’Italia: è quanto emerso questa mattina dalla maxi operazione antimafia condotta da Polizia di Stato e carabinieri a Palermo.

Il blitz antimafia – conclusasi con ben 31 arresti – ha permesso di smantellare il mandamento mafioso locale e anche di fare luce sull’organigramma delle famiglie mafiose dei mandamenti di Ciaculli e Brancaccio.

Le dichiarazioni del prefetto Messina

Dal blitz è emerso un legame profondo tra la criminalità organizzata siciliana e quelle calabrese e campana. Nel tempo, da Palermo a Napoli si era costruito un vero e proprio “asse della droga” capace di garantire alla mafia grandi profitti in più aree del territorio nazionale. “C’è uno scambio di affari e favori finalizzato ad attività illegali”, ha detto il prefetto Francesco Messina, direttore centrale anticrimine, commentando l’operazione antimafia a Palermo di questa mattina.

Secondo quanto confermato dalle indagini, i boss delle famiglie di Brancaccio, Corso dei Mille e Roccella a Palermo potevano contare sui principali esponenti criminalità calabrese e anche campana per il rifornimento di droga.

“C’erano frequenti scambi, incontri con contributi in conto vendita. Una rete di contatti finalizzata a guadagnare con l’attività illecita del traffico di droga”, ha spiegato il prefetto Messina. Pare che i proventi di spaccio e racket fossero reinvestiti in attività commerciali e perfino utilizzati per pagare avvocati e associati della criminalità organizzata.

I dettagli dell’operazione antimafia a Palermo

Il blitz antimafia nei quartieri Brancaccio e Ciaculli a Palermo ha portato all’esecuzione di 31 misure cautelari a carico di altrettanti soggetti e al sequestro di beni per un totale complessivo di oltre 350mila euro. Le accuse per gli arrestati sono: associazione di tipo mafioso, detenzione e produzione di droga, detenzione di armi, favoreggiamento personale e estorsione con l’aggravante del metodo mafioso. Per due degli indagati sono stati disposti gli arresti domiciliari, per gli altri la detenzione in carcere.

Nel corso delle indagini, gli inquirenti hanno individuato più di 50 casi di estorsione riconducibile alla mafia di Brancaccio e Ciaculli. In più, Cosa Nostra sarebbe anche dietro al furto di 16mila mascherine in un ospedale appartenente all’area “Emergenza Palermo”: un reato certamente meno redditizio rispetto alla vendita della droga, ma comunque importante per i clan locali.

Altri giri d’affari illeciti riconducibili ai clan locali riguardano le scommesse online, la gestione delle acque irrigue, richieste di “pizzo” a commercianti e imprenditori e, infine, atti continui di odio nei confronti dei giudici antimafia Falcone e Borsellino. Per quanto riguarda la produzione e la vendita di stupefacenti, dall’operazione antimafia a Palermo è emersa la responsabilità degli odierni indagati nella gestione di piazze di spaccio sparse sul territorio di Brancaccio e nello Sperone.

Lagalla: “Infiltrazione mafiosa, un argomento vivo e vitale”

“Le odierne cronache, con gli arresti avvenuti questa notte, dimostrano che bisogna consolidare la scelta che ha fatto Valeria Grasso (testimone di giustizia, ndr) in un momento in cui si continua a registrare tristemente, giorno per giorno, quello che lei stessa ha combattuto già anni fa. Il fenomeno dell’infiltrazione mafiosa e dei comportamenti illeciti continua ad essere un argomento vivo e vitale“.

Questo è il commento del candidato sindaco di Palermo del centrodestra, Roberto Lagalla, che ha rivolto un plauso alle forze dell’ordine dopo l’operazione antimafia a Palermo di oggi.

Il ringraziamento di Ferrandelli dopo l’operazione antimafia a Palermo

“Esprimo gratitudine alle forze dell’ordine che questa mattina hanno portato a termine una grande operazione, arrestando 31 persone legate a Cosa Nostra e al mandamento di Brancaccio che imponevano il pizzo e lanciavano gravi offese a Falcone e Borsellino”, dichiara Fabrizio Ferrandelli, candidato sindaco di Palermo di Azione e +Europa.

“Si tratta di un grande colpo messo a segno nei confronti della mafia che, ancora oggi, ci troviamo a combattere ma è anche il segnale che la legalità vince sempre“.

Ance Palermo, l’appello contro l’estorsione: “Denunciate”

“La presenza capillare sul territorio delle forze dell’ordine ha dimostrato che è possibile smantellare organizzazioni mafiose che continuano a perpetrare vecchi schemi estorsivi e prevaricatori ai danni di imprese e lavoratori”.

“Il sistema Ance – precisa Miconi – si è dotato di un codice etico proprio per avere uno strumento efficace contro il malaffare. La nostra attenzione rimane sempre alta e il nostro invito a denunciare, affidandosi alla professionalità di carabinieri, Guardia di Finanza e polizia, unico baluardo di protezione e legalità”, dichiara il presidente di Ance Palermo, Massimiliano Miconi.