Cronaca

Politica e mafia a Paternò, Nino Naso: “Mai richiesto voti”. Le opposizioni: “Si dimetta”

L’argomento mafia e rischio infiltrazioni mafiose nella politica è al centro del dibattito a Paternò, in provincia di Catania, dove il tribunale del Riesame ha disposto gli arresti domiciliari per alcuni nomi eccellenti figuranti tra gli indagati dell’operazione Athena, compreso il sindaco di Paternò Nino Naso e gli ex assessori Salvatore Comis e Pietro Cirino.

Lo stesso primo cittadino ha commentato la decisione, che accoglie la richiesta formulata negli scorsi giorni dalla Procura di Catania per gli indagati sul presunto episodio di scambio politico-mafioso tra gli esponenti della politica paternese e personaggi ritenuti affiliati del clan Morabito. Nel frattempo, però, il Partito Democratico – nella segretario della commissione nazionale Antimafia, Anthony Barbagallo – chiede una risposta forte dalle autorità in considerazione del rischio di infiltrazione mafiosa nel Comune del Catanese.

Il sindaco Naso: “Decisione del Tribunale inaspettata”

Il tribunale ha deciso di dare gli arresti domiciliari al sindaco di Paternò Nino Naso e agli ex assessori Salvatore Comis e Pietro Cirino. I tre sono accusati di aver ottenuto voti in cambio di “favori” a personaggi vicini al clan mafioso Morabito.

Il primo cittadino, appresa la notizia del provvedimento, ha pubblicato una nota dicendosi sorpreso e di confidare nella giustizia: “Prendo atto della decisione del Tribunale del Riesame che giunge inaspettata perché io so di non avere mai richiesto voti e avuto contatti di qualsivoglia genere con esponenti della criminalità organizzata. Ho dato mandato ai miei difensori di ricorrere per Cassazione e, come ho sempre fatto, da uomo delle istituzioni ripongo fiducia assoluta nei confronti della Magistratura italiana. Sono sereno e continuo a lavorare per la mia città con cui ho un legame indissolubile, continueró a servire la mia città con impegno e dedizione. Ringrazio tutti voi per il sostegno, il calore e l’affetto che mi state dimostrando e da cui attingo forza, slancio e energia per continuare a servire la Nostra Paternó. Confido per la mia famiglia più che per il sottoscritto che questa vicenda possa al più presto concludersi e sia definitivamente fugato qualsivoglia sospetto sul mio operato”.

Barbagallo, caso Nino Naso: “Rischio infiltrazioni mafia a Paternò”

Il segretario regionale del PD Sicilia e segretario della commissione nazionale Antimafia, Anthony Barbagallo, ha reagito alla notizia dei domiciliari al sindaco Nino Naso chiedendo l’invio di una commissione prefettizia per verificare il rischio di infiltrazioni mafiose a Paternò.

“Per quali ragioni ad oggi, nonostante i gravi fatti che riguardano l’amministrazione comunale di Paternò, il ministro degli Interni non ha ancora provveduto a disporre un accesso ispettivo per verificare o meno eventuali infiltrazioni mafiose?”, ha dichiarato Barbagallo, che ha anche presentato un’interrogazione urgente indirizzata al ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi.

“Si tratta di fatti avvenuti prima dell’estate per i quali avevamo già chiesto l’invio di una commissione prefettizia. Una richiesta che diventa ancora più urgente alla luce del provvedimento del Riesame che ha accolto la richiesta della Procura etnea, che ha chiesto provvedimenti restrittivi nei confronti del sindaco, di un assessore e di un terzo indagato, pur disponendo la sospensione del provvedimento. Non è più possibile tergiversare di fronte a fatti così gravi, come il rischio di infiltrazioni mafiose”.

“È giusto che – conclude Barbagallo – sia una commissione prefettizia, nominata dal ministro, a effettuare tutte le verifiche e gli accertamenti necessari”.

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Chieste dimissioni

Dopo le accuse di contatti con la mafia e i domiciliari al sindaco Nino Naso, non ancora esecutivi in attesa di possibile ricorso in Cassazione, le opposizioni chiedono le immediate dimissioni. “La città di Paternò piange”, scrive la sezione locale del Movimento 5 stelle, ribadendo che “i nostri concittadini devono subire ancora una volta la vergogna di salire alla ribalta della cronaca come comunità criminosa.
Paternò non è questa“.

Riferendosi al sindaco, invece, il Movimento 5 Stelle aggiunge: “A questo punto le dimissioni risultano l’unica strada percorribile; il Sindaco, cosi facendo potrà finalmente dimostrare il tanto sbandierato amore per questa città, liberandola da questo clima di incertezza e ingovernabilità preso atto anche delle condizioni precarie della sua maggioranza in consiglio comunale. La giunta, che riteniamo in parte composta da professionisti stimabili, abbia quest’ultimo sussulto di dignità politica e si dimetta in blocco qualora il Sindaco si ostini a rimanere attaccato alla poltrona”.

Un appello replicato anche dal PD locale: “Noi chiediamo con forza che il sindaco liberi la città dall’ombra della collusione mafiosa. Si dimetta! Se davvero ama la sua città, si dimetta. Si dimettano anche gli assessori che inspiegabilmente si sono voluti imbarcare in questa ‘avventura’. Consentano l’apertura di una fase nuova e diano la parola ai cittadini: alla democrazia. Nel frattempo, chiediamo con altrettanta forza, come già abbiamo fatto durante la nostra festa dell’Unità, l’intervento del Prefetto. I fatti sono gravi, e sotto gli occhi di tutti. Noi saremo vigili e siamo pronti a costruire un’alternativa pulita, laboriosa, unitaria”.