Politica

Orlando presenta i tre nuovi assessori e rilancia “si va avanti a pieno ritmo”

La nuova Giunta allargata del sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, ha fatto il suo esordio ufficiale a Palazzo delle Aquile, dove hanno prestato giuramento i tre nuovi componenti che si sono aggiunti ai precedenti otto assessori.

Queste le deleghe: a Vincenzo Di Dio, presidente dell’Ordine degli ingegneri del capoluogo siciliano, Edilizia privata, Sportello unico edilizia, Città storica, Condono; per Paolo Petralia Camassa di Sport, Politiche giovanili, Innovazione, Rapporti funzionali con Sispi; a Sergio Marino, invece, per il suo ritorno nell’Esecutivo del capoluogo, la gestione di Ville e giardini, Verde, Aree protette, Parchi, Riserve terrestri e marine e di interesse naturalistico, Rapporti funzionali con Reset, Rap e Srr.

Per quanto riguarda gli altri componenti dell’Amministrazione, Fabio Giambrone mantiene la carica di vice sindaco e Organizzazione, Personale, Polizia municipale, Coime, Cantiere, Decoro urbano, Servizi demografici; Giusto Catania Urbanistica, Ambiente, Mobilità e Rapporti funzionali con Amat; Roberto D’Agostino Bilancio consolidato, Fondi comunitari, Tributi, Patrimonio, Beni confiscati, Cimiteri; Adham Darawsha Culture, Spazi museali ed espositivi, Toponomastica, Partecipazione democratica, Consulte; Giovanna Marano Scuola, Lavoro, Parità di genere, Decentramento, Partecipazione istituzionale, Circoscrizioni; Giuseppe Mattina Cittadinanza solidale, Dignità dell’abitare, Edilizia residenziale pubblica, Rapporti con Iacp; Leopoldo Pampiano Attività economiche, Mercati, Suap, Diritti degli animali, Sanità, Igiene; Maria Prestigiacomo Rigenerazione urbana, Mare e coste, Lavori pubblici (compreso Città storica), Protezione civile, Sicurezza luoghi di lavoro, Manutenzione immobili comunali, Scuole e Impianti sportivi, Rapporti funzionali con Amap e Amg Energia. Il sindaco mantiene invece le deleghe a Turismo, Comunicazione, Avvocatura, Rapporti internazionali e rapporti con l’Anci (di cui è presidente regionale).

Di Dio entra in Giunta in un ruolo molto delicato, in particolare dopo l’ultima inchiesta anti-corruzione che ha portato all’arresto di due consiglieri e funzionari comunali e che ha spinto l’assessore designato, Emilio Arcuri, a fare un passo indietro. Sulla gestione dell’ufficio travolto dall’inchiesta giudiziaria, Di Dio ha affermato: “Non sono un forcaiolo per carattere. Lasciatemi arrivare in via Ausonia. È chiaro che mi aspetta un compito delicato e complicato, ma dove ci sono compiti complicati si possono mettere in atto anche misure straordinarie e il mio accordo con il sindaco va in questa direzione”.

Sergio Marino si è invece soffermato sul settore rifiuti: “Avrò meno deleghe rispetto al passato – ha detto -e ciò consentirà di concentrarmi al meglio sulla Rap, azienda che rappresenta una ricchezza e che ha bisogno di un lavoro in prospettiva di dieci anni. Forse in passato abbiamo fatto degli errori, ma vorrei capire perché la settima vasca della discarica di Bellolampo non vede ancora la luce. Noi stiamo pagando un dazio enorme rispetto a questi ritardi della Regione”.

Infine, il sindaco Orlando ha voluto augurare un futuro roseo alla nuova squadra: “Abbiamo dato il benvenuto ai nuovi assessori Paolo Petralia, Vincenzo Di Dio e Sergio Marino. Ci siamo scambiati gli auguri di buon lavoro e la conferma di una condivisione di visione. Si va avanti a pieno ritmo”.

Una risposta a distanza alle opposizioni, che proprio nella giornata di ieri, hanno sottolineato la “responsabilità politica” di Orlando rispetto a quanto accaduto in Comune e annunciato l’intenzione di presentare una nuova mozione di sfiducia contro il primo cittadino. “Il sindaco – ha replicato Orlando – risponde sempre di tutto quello che accade in città e risponde alla propria coscienza politica se ha rispettato il proprio programma e la propria visione. Io li ho talmente rispettati che ho fatto sbattere la faccia al muro a chi cercava di speculare sugli interessi di questa città. Hanno sbattuto la faccia al muro e adesso dovranno spiegare ai magistrati se sono anche criminali”.

Giovanna Naccari