Sanità

Ospedale di Lipari senza cardiologo e anestesisti nonostante le promesse

Accade a Lipari, comune capoluogo dell’Arcipelago eoliano, che il cardiologo tanto atteso dall’ospedale – che doveva cominciare il servizio entro il 3 aprile – sfumi sul filo di lana per difetto, per così dire, di comunicazione tra le parti, almeno così sarebbe emerso.

Accade pure che la vicenda paradossale venga a galla durante l’ultima assemblea cittadina, svoltasi domenica sera, per fare il punto sulla situazione della struttura sanitaria che presenta vistose lacune nelle figure mediche salvavita. La riunione si è tenuta alla presenza di tutti i candidati sindaco dell’arcipelago – a giugno gli eoliani saranno chiamati al rinnovo amministrativo – ma nei fatti, al di là delle solite promesse, tutto sarebbe rimasto come prima, in una sorta di immobilismo gattopardiano del “bisogna che tutto cambi perché tutto resti come prima”.

E così l’ospedale di Lipari si ritrova a distanza di oltre due anni dal primo e forte grido d’allarme della popolazione , privo di medici di discipline molto delicate come il cardiologo che oggi garantisce il servizio ambulatorialmente con un solo addetto dalle 8 alle 14.

Due mesi fa la promessa

Facciamo un passo indietro di due mesi. Allora, era lo scorso febbraio, il commissario all’Asp di Messina, Bernardo Dino Alagna, in alcune interviste, aveva dichiarato che il bando era stato pubblicato e che c’era stata una manifestazione di interesse di un cardiologo siciliano in pensione che aveva intenzione di trasferirsi nell’arcipelago. Tutto era pronto per il contratto che avrebbe dovuto essere stipulato entro marzo. Ma il diavolo fa le pentole, non i coperchi. E così tutto è stato rinviato sine die.

“Oggi siamo davanti a un paradosso – spiega Anna Spinella, tra le fondatrici del comitato – Non solo per l’ospedale non sussiste nessuno degli incentivi promessi dalla politica regionale, ma nel momento in cui il cardiologo vincitore di bando per Lipari – promulgato per esigenze straordinarie e urgenti – è pronto a firmare, gli viene comunicato che deve rinunciare alla sua pensione e il professionista a questo punto si oppone e va via. Ora noi non sappiamo in toto i particolari, ma questo, chiamiamolo così, difetto di comunicazione secondo noi è un mezzo per disincentivare l’ospedale di Lipari”.

Il comitato attacca la Regione

Il comitato va giù duro contro la politica: “I politici regionali ci hanno sempre preso in giro e questo è ormai fuor di dubbio. Ma oggi ci troviamo davanti al paradosso che non esiste alcun incentivo per spingere un medico a venire a lavorare a Lipari”. “Peccato – rincara la dose Spinella – che spulciando su internet abbiamo scoperto che lo stesso problema di carenza di medici si è creato per l’emergenza Covid quando i camici bianchi in quiescenza non accettavano di lavorare nel pubblico perché la tipologia di contratto impediva una scelta chiara su pensione e emolumenti.

E difatti ci siamo imbattuti in una circolare Inps, la numero 172 del 15-11-2021, che dà alle Regioni la possibilità di prevedere contratti ad hoc per i pensionati che consentono il cumulo tra il trattamento pensionistico e la remunerazione dell’incarico. E allora ci siamo detti: come mai per Lipari non si può ricorrere a questa circolare? Invieremo prestissimo una Pec all’Asp per ribadire lo stato di emergenza dell’ospedale e chiedere che venga equiparato all’Emergenza Covid. Non capiamo – ha concluso la componente del comitato – come ancora una volta la Regione e il suo assessorato alla Salute non capiscano il rischio di emergenza della sanità di Lipari e delle altre isole, aggravato dalla insularità”.

Mancano anche gli anestesisti

Altro delicato tema dell’assistenza sanitaria ospedaliera ha riguardato gli anestesisti. Anche su questo punto il comitato ha fatto presente nel corso dell’incontro che non si hanno notizie sul nuovo bando che sarebbe stato pubblicato e che ancora arriverebbero sull’isola professionisti in Anestesia a rotazione dagli ospedali di Taormina e dal Papardo di Messina.

Giuseppe Bonaccorsi