PALERMO – “A causa di una parola contenuta nell’Avviso pubblico, la quasi totalità delle imprese siciliane il prossimo 5 ottobre non potrà partecipare al ‘click day’ per richiedere il tanto atteso ‘Bonus Sicilia’, il contributo a fondo perduto stanziato dalla Regione siciliana per ristorare in parte le microimprese danneggiate dal ‘lockdown’”.
E’ l’allarme che Rosalia Lo Brutto, presidente della Consulta regionale degli Ordini dei Consulenti del lavoro della Sicilia, lancia all’assessore regionale alle Attività produttive, Mimmo Turano, chiedendogli di pubblicare tempestivamente un chiarimento semplificativo che eviti di discriminare tantissime aziende.
“Mi riferisco – spiega Lo Brutto – ad una delle condizioni di ammissibilità previste dall’Avviso, cioè l’essere in possesso di Durc, attestato di regolarità dei versamenti contributivi, rilasciato da Inps o Inail. Ebbene, le norme nazionali emanate in ‘lockdown’, quando gli uffici erano chiusi, hanno prorogato fino al prossimo 18 ottobre la validità dei Durc rilasciati prima dello scorso 20 gennaio. Ma le imprese che ne erano in possesso a quella data erano poche”.
Dunque, dallo scorso 16 settembre, data di pubblicazione dell’Avviso per il “Bonus Sicilia”, è scattata la corsa delle imprese per acquisire dall’Inps la certificazione di regolarità contributiva. Migliaia di richieste contemporaneamente, scontratesi con un altro imprevisto. “La Regione – osserva Rosalia Lo Brutto – nel prevedere il ‘possesso’ del Durc sembra non avere tenuto conto del fatto che le norme nazionali d’emergenza hanno anche via via rinviato la data di versamento dei contributi previdenziali fino allo scorso 15 settembre, dando la possibilità di pagare in unica soluzione oppure il 50% subito e il resto a rate. Quindi, l’Inps in questo momento non può avere la piena contezza diretta dei flussi finanziari che entreranno in cassa e spesso non può, quindi, attestare la totale regolarità”.
Non va trascurato, poi, il fatto che l’Inps è tenuto a rilasciare i Durc entro trenta giorni, che può richiedere chiarimenti all’impresa la quale deve rispondere entro 15 giorni, o che può chiedere all’impresa di certificare l’avvenuto pagamento.
Insomma, una serie di eventualità che rendono difficile ottenere dall’istituto previdenziale una risposta in tempo utile.
Pronta è stata la replica dell’assessore Turano, rilasciata al QdS. “La misura non si tocca e non ci sarà nessuna proroga – ha detto l’assessore Turano -. Non si va a rivedere nulla del bando anche perché la verità è un’altra. A questa misura si sono già candidate ben 20 mila imprese che hanno assolutamente tutto in regola, ciò significa che senza dubbio si sono mosse per tempo in previsione di questi fondi. Come governo regionale siamo stati torturati perché da più parti gli addetti ai lavori ci hanno accusato di aver fatto tardi nell’emanare il bando. E adesso, paradossalmente, vogliono prorogarlo? Non se ne parla assolutamente”.
Michele Giuliano