Cronaca

Terribile storia da Palermo, padre suicida per le estorsioni della figlia minorenne e del fidanzato

Padre suicida a causa delle pressioni psicologiche e dei tentativi di estorsione messi in atto dalla figlia di appena 16 anni e dal fidanzato di quest’ultima: la tragedia è avvenuta a Palermo e a occuparsi delle indagini è la Procura del tribunale per i minorenni del capoluogo regionale.

Sono inquietanti i dettagli emersi dall’inchiesta, guidata da Claudia Cammarata della Procura del Tribunale per i minorenni. L’udienza preliminare si terrà il 26 marzo.

Padre suicida a Palermo, indagata la figlia minorenne

In base a una prima ricostruzione, riportata dal Giornale di Sicilia, l’uomo – un 48enne – si sarebbe tolto la vita a seguito delle pressioni psicologiche e le richieste di denaro continue della figlia e del fidanzato. Per diversi mesi, i due avrebbero minacciato l’uomo con frasi come “Ti prendiamo a legnate” o “Ti spariamo”. La 16enne avrebbe progettato di abbandonare la scuola qualora il padre non avesse risposto positivamente alle sue richieste estorsive, facendo così intervenire i servizi sociali. In più, pare avesse perfino intenzione di fare arrestare il padre con accuse false di violenza sessuale.

L’adolescente, rimasta incinta a 15 anni, avrebbe preteso il sostegno economico del genitore – tra l’altro disoccupato – attraverso ricatti e minacce, con il sostegno del fidanzato. Il Corriere riporta anche la notizia di una presunta eredità della madre della ragazza, possibilmente all’origine del conflitto con il padre.

La ricostruzione e le accuse

L’uomo ha scelto di impiccarsi dopo circa 3 mesi di pressioni da parte della figlia e del fidanzato, entrambi minorenni all’epoca dei fatti. Al momento, la giovanissima coppia è accusata di estorsione aggravata e istigazione al suicidio in concorso. Il ragazzo, oggi maggiorenne, si trova al carcere Malaspina di Palermo; la ragazza, invece, è in una comunità a Catania.

Tracce delle minacce subìte dal 48enne suicida sarebbero emerse dalle conversazioni su WhatsApp dei due fidanzati minorenni. A marzo, i due dovranno rispondere davanti al giudice Nicola Aiello delle gravi accuse su quello che appare come un particolare caso di violenza domestica finito in tragedia.

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Immagine di repertorio