Un palermitano di 37 anni è stato assolto dopo sette anni di processo dalle accuse di minacce, percosse e violenze, con la sentenza che ha stabilito che “il fatto non sussiste”. A causa del processo, l’uomo era stato posto in congedo dall’esercito, ma dopo l’assoluzione ha presentato istanza per essere riammesso al servizio permanente.
Durante la visita medica di accertamento, il militare è stato dichiarato non idoneo per alcuni problemi fisici riscontrati, ma la decisione è stata contestata dal 37enne, assistito dall’avvocato Michela Scafetta, che ha presentato ricorso al Tar del Lazio. I giudici amministrativi hanno accolto il ricorso, annullando il giudizio di inidoneità e ordinando al Ministero della Difesa di pagare le spese legali.
Nella sentenza, i giudici hanno sottolineato che la condizione fisica del ricorrente non esclude automaticamente la sua riammissione nelle Forze Armate, ma deve essere valutata in relazione all’età, al grado e agli incarichi. L’amministrazione, quindi, dovrà riesaminare la sua idoneità al servizio, considerando anche la lunga esperienza e professionalità acquisita durante il periodo di ferma volontaria.