Palermo

Palermo, bilancio approvato ma stravolto l’impianto della Giunta

PALERMO – Dopo un’autentica maratona in aula il Consiglio comunale ha approvato l’assestamento di bilancio stravolgendone però l’impianto deciso dalla Giunta. Ma durante la discussione in aula si è consumato lo strappo tra la maggioranza e il Pd, che ha votato contro sfiduciando l’assessore al Bilancio Roberto D’Agostino. E pensare che D’Agostino era stato nominato dal sindaco Leoluca Orlando in quota dem, prima però della scissione dei renziani confluiti in Italia Viva.

“Nel 2017 abbiamo sposato un progetto e una visione che ancora oggi continuiamo a non vedere – ha detto in aula il consigliere del Pd Rosario Arcoleo, della corrente cracoliciana -. Ci ritroviamo a votare in 48 ore un atto totalmente stravolto rispetto alla proposta dell’esecutivo. Questa giunta politica è molto più debole della precedente. Il voto del Pd è negativo, anche perché attendiamo ancora di incontrare il sindaco per capire qual è il rapporto con il Pd, ed è un indirizzo di sfiducia nei confronti dell’assessore al bilancio”. Ma torniamo ai numeri. Cosa aveva proposto la giunta? Grazie alla lotta all’evasione fiscale (in particolari alle decine di mln in più in arrivo da Tosap e Imu) gli uffici avevano scovato un tesoretto di 50 mln. Solo una parte, però, poteva essere riutilizzata: venti mln, ad esempio, sono stati subito accantonati per un contenzioso che grava sull’Amat. Alla fine dei conti i fondi non vincolati ammontavano a 9 mln, inclusi 2 mln dalla tassa di soggiorno.

La Giunta li aveva ripartiti in vario modo: 250mila euro per le società sportive, un milione per le derattizzazioni, 1,8 per la Ztl notturna e il potenziamento dei bus e delle navette dell’Amat, 3 al Teatro Massimo, 1 al Teatro Biondo, altri fondi per le scuole. Ma proprio sulla ripartizione è nato lo scontro tutto interno alla maggioranza quando i revisori contabili hanno “congelato” i 9 mln chiedendo (e ottenendo) di destinarne la gran parte a coprire i buchi di bilancio della Rap. Quali? Le spese extra per il trasporto dei rifiuti lontano da Bellolampo (in seguito alla momentanea chiusura della discarica). Finora è stata l’azienda a sobbarcarsi i costi, anche se il governo regionale ha promesso un contributo di sette mln, che però non è ancora arrivato. Per questo il collegio dei revisori ha preteso che una buona fetta del tesoretto andasse a coprire questa spesa. In totale Sala delle Lapidi ha racimolato 9,8 mln, tagliando qua e là e prelevando anche 5 mln dal Fondo crediti dubbia esigibilità. E così, nella versione finale dell’assestamento sono spariti il milione per le derattizzazioni e i fondi per l’Amat e la Ztl notturna e sono stati tagliati i contributi a pioggia per teatri, società sportive, scuole e festività natalizie.

Abbiamo votato una manovra quasi ingessata e arrivata in estremo ritardo – dicono i consiglieri di maggioranza Toni Sala, Paolo Caracausi, Valentina Chinnici e Massimiliano Giaconia – condizionata dai paletti imposti da una normativa contabile che sta soffocando gli enti locali. A malincuore l’aula ha tolto i fondi previsti per le derattizzazioni e quelli per le navette Amat ma è stata una misura necessaria per poter coprire le spese dovute agli extra costi di Rap. Un percorso d’aula reso meno agevole dai ritardi con cui la delibera è arrivata al consiglio e che meritano un chiarimento con l’amministrazione attiva”.

Contemporaneamente all’assestamento la Giunta aveva approvato anche il bilancio consolidato. Dopo la grande operazione di “pulizia” voluta l’anno scorso da Orlando, che con una direttiva “imperativa e vincolante” ha imposto alle aziende di stralciare dai loro bilanci i crediti di dubbia esigibilità, ad oggi i disallineamenti ammontano a circa 44 mln. Il miglioramento è netto: l’anno scorso i crediti iscritti a bilancio dalle aziende ammontavano a 137,6 mln. Di questi, 10,4 mln sono ancora oggetto di contenzioso tra Comune e aziende mentre gli altri 127,2 mln sono stati stralciati perché si trattava di crediti non più esigibili (o vantati senza averne diritto).

Tuttavia, dei 127,2 mln stralciati soltanto 93 hanno copertura finanziaria, gli altri 34,2 mln no: aggiungendoli ai 10,4 mln ancora contestati si arriva ai 44,6 mln di cui sopra. Dei 10,4 mln contestati 5,6 sono richiesti dall’Amap per la pulizia delle caditoie, 1,1 dall’Amat e 3,2 dalla Rap (riguardanti per lo più la gestione tecnico-amministrativa degli incidenti stradali). A fare lo sforzo maggiore l’anno scorso è stata sicuramente l’azienda di trasporto pubblico che con un tratto di penna ha tagliato dal proprio bilancio ben 19,3 mln di disallineamenti, di cui 18,6 di contributi comunali per il trasporto pubblico per il periodo 2010-2014 apparentemente non dovuti. Anche l’Amap ha dovuto cassare 1,1 mln di canoni fognari e depurazioni mentre la Rap ha riconciliato 402mila euro. Nel rendiconto di gestione Palazzo delle Aquile ha stanziato 34,9 mln per il Fondo accantonamento per mancata riconciliazione e 41 mln per il Fondo perdite società partecipate (cui se ne aggiungeranno 23,7 nel bilancio 2020/2021).