Palermo era la capitale della mafia, si moriva per mano mafiosa, con la violenza e le procedure della Mafia. Oggi no. Tutto bene? Per niente.
Un ragazzo a Palermo può morire, non è il primo, se va in discoteca a ballare o a prendersi un bicchiere di vino in uno dei locali della movida nel centro residenziale, come la rissa da Gangs of New York della settimana scorsa, o nel centro storico.
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Prima si rischiava in periferia, nei quartieri popolari. Ora, per una infernale eguaglianza distruttiva, si rischia ovunque. Questo è il concetto palermitano di eguaglianza sociale. Ora sarà tutto un chiacchiericcio sulle modalità, sulle cause, sociologia à la carte.
La verità è che Palermo, come altre città, è piombata in una spirale fuori controllo, in un disagio giovanile terrificante, favorito da dispersione scolastica e vita da neet, senza speranze e futuro. Stupri, violenze su anziani, autisti di autobus e poliziotti picchiati selvaggiamente, risse in qualunque strada.
Un Bronx palermitano, così, all’improvviso, ma neanche tanto. Houston, abbiamo un problema, ed è grave. Abbiamo perso il controllo. E stiamo perdendo una generazione, tra chi fugge e chi resta.
Così è se vi pare