Palermo

Palermo, cambi di casacca e nuovi ingressi, si modifica Sala delle Lapidi

PALERMO – Cambio di casacca in Consiglio comunale. L’ex candidato sindaco di +Europa e Azione Fabrizio Ferrandelli lascia il partito di Emma Bonino e Benedetto Della Vedova per passare con Carlo Calenda, in vista della formazione, anche in Sicilia, del Terzo Polo. Per i calendiani è un acquisto di peso: alle ultime Amministrative Ferrandelli ha fatto registrare un autentico exploit con un lusinghiero 14,21%, trascinando il ticket +Europa-Azione a un risultato oltre le aspettative, con l’8,14% che ha fruttato ben quattro seggi a Sala delle Lapidi.

Com’è noto, in occasione delle Politiche il rapporto tra Bonino e Calenda si è incrinato: +Europa ha abbracciato il fronte progressista con Pd, sinistra e Verdi mentre Azione, dopo un’intesa con i dem che ha resistito meno di una settimana, si è alleata con Italia Viva di Matteo Renzi. Il risultato per il partito di Bonino è stato un flop e l’ex leader radicale è rimasta fuori dal Parlamento. Niente grande salto anche per Ferrandelli, capolista in diverse circoscrizioni del Sud al plurinominale e per la coalizione di centrosinistra all’uninominale di San Carlo all’Arena, a Napoli, ma rimasto incastrato a Sala delle Lapidi.

Adesso l’ormai ex presidente dell’assemblea nazionale di +Europa (all’ennesima esperienza della sua carriera politica) proverà a far crescere il Terzo Polo nell’Isola dopo il risultato deludente del candidato governatore Gaetano Armao, che alle Regionali si è fermato intorno al 2%. Così Ferrandelli ha spiegato la sua decisione su Facebook: dopo le Amministrative palermitane “è partita un’onda che già alle elezioni di settembre avrebbe potuto portare oltre il 10% il progetto della Federazione. L’accelerazione verso le elezioni Politiche ha impedito di affrontare un ragionamento più sereno sulle alleanze. È andato tutto troppo velocemente e non sempre sono state fatte le scelte giuste”.

Ferrandelli ha sottolineato di aver accettato “una candidatura senza paracadute” al pari di “molti iscritti. Subito dopo però ho avviato una mia riflessione personale. Non ho mai interrotto l’interlocuzione con Carlo”. Tra le righe si intuisce il rimpianto per la mancata adesione di +Europa al contenitore “terzopolista”: “Non ho mai agitato i toni e ho sempre lavorato per la ricomposizione e il rafforzamento del quadro del Terzo Polo. Così come avevo fatto esattamente un anno fa a Palermo, in una due giorni intitolata ‘E tu splendi’, avevamo indicato la rotta: Azione, Italia Viva e Più Europa assieme. Io sono qui perché questo progetto era e resta l’unico valido per dare all’Italia una forza politica seria e competente. Il progetto di Carlo, e su questo va dato atto a Matteo Renzi di aver generosamente contribuito al rafforzamento di quest’area, è l’unica vera alternativa per l’Italia. Noi non possiamo accettare di restare appiattiti su un Pd a sua volta immobile e subalterno ai Cinque Stelle. Non mi sentirete mai dire nulla contro Più Europa, contro Emma o contro Benedetto. Siamo in buoni rapporti, ho dato tantissimo al partito. Io spero che di qui ai prossimi mesi il dialogo con loro prosegua e ci si possa trovare tutti insieme nel Terzo Polo”.

Il passaggio di Ferrandelli ad Azione, però, non è andato giù a Ugo Forello (alle Politiche capolista di +Europa al Senato per la Sicilia occidentale) e Giulia Argiroffi, eletti in Consiglio nelle liste a sostegno proprio di Ferrandelli e fino a pochi giorni fa iscritti al gruppo +Europa-Azione. In questi giorni Forello e Argiroffi hanno ufficializzato la scissione dal partito di Bonino e Della Vedova e la ricostituzione del gruppo consiliare indipendente Oso che già aveva fatto opposizione all’Amministrazione Orlando. Il capogruppo sarà Forello. “Garantiremo la stessa opposizione leale e costruttiva che abbiamo portato avanti in questi anni – ha dichiarato Argiroffi in Aula – e la continuità con l’esperienza della campagna elettorale e con la collaborazione con i colleghi di Azione e +Europa”.

Resta da capire, in questo contesto, come si muoveranno i renziani, che a livello nazionale si stanno federando, per l’appunto, con Calenda mentre nel capoluogo siciliano sono parte integrante della maggioranza di centrodestra con tanto di lista del sindaco (senza simbolo di Iv) “Lavoriamo per Palermo Lagalla sindaco”. E a proposito di centrodestra, di recente è finita sotto la lente di ingrandimento la questione dei doppi incarichi istituzionali che in più di un’occasione hanno fatto mancare i numeri alla maggioranza in Consiglio e nelle Commissioni: si pensi a Fabrizio Ferrara, presidente della Commissione Bilancio a Sala delle Lapidi e della Commissione Cultura all’Ars, al neocapogruppo di Fratelli d’Italia Giuseppe Milazzo che fa anche l’europarlamentare, ad Antonio Rini che è anche sindaco di Ventimiglia di Sicilia, o ancora a Marianna Caronia, consigliera e al contempo capogruppo della Lega a Sala d’Ercole, a Francesco Scarpinato, neoassessore regionale, o a Sabrina Figuccia, assessore comunale al Turismo. Proprio Ferrara mercoledì ha annunciato le sue dimissioni: “Sono molto emozionato – ha annunciato commosso – perché in questi dieci anni ho vissuto tanti momenti importanti in quest’Aula, in cui sono entrato che ero poco più che un ragazzo. Il nuovo, prestigioso incarico all’Ars non mi consente di continuare a svolgere l’altrettanto importante ruolo di consigliere e presidente della Commissione Bilancio, motivo per cui con grande onestà e con la passione che ha sempre contraddistinto la mia azione politica oggi comunico le mie dimissioni”. Al suo posto entra in Consiglio Teresa Leto, prima dei non eletti.