La chiesa Madre di Partinico, ovvero denominata di Maria Santissima Annunziata, che si affaccia a pochi passi dalla centrale piazza Duomo, comincia a mostrare i segni del tempo. Una lesione è apparsa sul prospetto dell’edificio, e questo ha fatto scattare il transennamento dell’area antistante il sagrato, secondo quanto deciso dai Vigili del fuoco per ragioni precauzionali, dopo aver effettuato il sopralluogo della zona.
La crepa è stata notata vicino al pinnacolo della facciata principale. Al momento, comunque, non è stato registrato alcun distacco di intonaci. Ad accorgersi della lesione è stato un residente della zona, che ha immediatamente avvertito l’arciprete, monsignor Salvatore Salvia. Questi ha quindi contattato i pompieri, che hanno verificato lo stato dello squarcio e deciso di intervenire delimitando la zona per evitare qualunque danno all’incolumità pubblica.
“Non c’è alcun pericolo imminente ma necessita un intervento di risanamento per ragioni precauzionali” ha evidenziato Salvia, che si sta attivando per cercare di trovare una soluzione. Già inviate delle lettere per segnalare quanto accaduto alla Curia e all’Ufficio tecnico del Comune: “La lesione – ha aggiunto Salvia – è visibile solo in una parte della facciata e non si presenta nella parte sottostante. Al di là di ogni considerazione ci sarà da intervenire e ci raccorderemo in tal senso con la sovrintendenza ai Beni culturali a stretto giro di posta”.
A spese della chiesa è stato effettuato un primo intervento tampone con l’installazione di una rete attorno al pinnacolo ritenuto potenzialmente pericolante. Questa lesione è sicuramente frutto di una storia ultrasecolare, considerato che la chiesa Madre di Partinico ha alle spalle un lungo percorso che dura da 450 anni. Sulla base dei cenni storici, l’impianto originario della chiesa di Maria Santissima Annunziata era a una sola navata e fu costruito fra il 1552 e il 1570, su una parte dell’area occupata dall’attuale, accanto a una preesistente e grande torre che assunse le funzioni di campanile. Nel secolo successivo, fra il 1639 e il 1642, furono realizzate le tre navate e l’attuale fonte battesimale e venne collocato l’organo a canne.
Demolita nel 1719, la vecchia torre che sorgeva dove ora si trova la cappella della Madonna del Ponte, iniziò la costruzione dell’attuale campanile, portata a termine nel 1783. In quegli anni la chiesa fu ulteriormente allungata a formare la croce latina. Nei decenni a seguire ci furono ulteriori lavori, fra cui la collocazione dell’attuale pavimento e balaustra in marmo. Gli ultimi lavori eseguiti risalgono al 1960, quando la facciata principale è stata completamente rifatta su progetto dell’allora architetto Antonio Valenti. Per quanto riguarda invece l’attigua “cappella del Rosariello”, questa fu costruita intorno al 1662.
Divenuta sede parrocchiale nel 1573, la Madre Chiesa, per decisione del visitatore Francesco Pozzo del 1584, fu di “regio patronato”. Sino al 1710 aveva la giurisdizione ecclesiastica sulla borgata di Borgetto e, sino al 1800, sulla borgata di “Sicciara” e sulle chiesette di Trappeto, San Cataldo, Giudeo, Salcina, e altre chiesette rurali del territorio.
All’interno vi è anche uno scrigno di oggetti sacri preziosi: pastorali autentici, i copricapo del vescovo ricamati in argento, libri d’epoca, paramenti, incensieri, ex voto, calici, reliquiari, ostensori alcuni anche autentici del ‘700. È presente una grande tela, raffigurante “L’Assunta”, collocata nella prima arcata della navata destra. L’opera, eseguita da Antonino Spatafora detto “Il Panormita”, risale al 1579. Notevoli le quattro tele di scuola lombarda del ‘600, collocate nella cappella del Crocifisso, “Santa Maddalena in preghiera” e “Santa Rosalia in estasi”, e nella cappella della Madonna del Ponte, “Sant’Agata” e “Santa Caterina”.