PALERMO – Il 6 luglio la Fondazione Santo Spirito, che gestisce il cimitero privato di Sant’Orsola, avvierà le operazioni di estumulazione delle sepolture liberando i loculi da destinare alle bare in deposito al cimitero dei Rotoli. Dopo l’estumulazione, “inizierà il countdown per il trasferimento delle prime bare”. A confermarlo, durante una seduta telematica del Consiglio comunale, è stato l’assessore ai Cimiteri Antonino Sala.
Il trasferimento di una parte dei feretri (ammassati a centinaia ai Rotoli da più di un anno) è frutto di un protocollo d’intesa tra il Comune e la Fondazione e non avrà costi aggiuntivi per le famiglie che accetteranno il trasferimento: “La tariffa per l’acquisto di un loculo ai Rotoli è di 795 euro – ha sottolineato Sala – mentre il contributo delle famiglie per le sepolture a Sant’Orsola sarà di 800”. A questa cifra, in base all’accordo con i privati, l’Amministrazione comunale dovrà aggiungere mille euro a sepoltura.
In questi giorni, previa autorizzazione dell’Asp, Sala sta organizzando le operazioni di spurgo e di trasporto delle bare: “Contiamo di iniziare i trasferimenti una settimana dopo l’avvio delle estumulazioni”. Nel frattempo, come ha aggiunto l’assessore, “abbiamo riattivato le cremazioni, anche qui a costo zero per i familiari. Abbiamo quasi esaurito i trenta servizi di cremazione che avevamo acquistato presso un forno privato a Carpanzano, in provincia di Cosenza”.
Attualmente le bare in deposito al camposanto di Vergine Maria sono 960, “un dato in diminuzione, anche perché è tornata a disposizione un’area interdetta all’interno del cimitero dove è stato possibile seppellire 25 persone. Non è una riduzione significativa ma è comunque un segno ‘meno’ rispetto al trend in ascesa. Le 960 bare in deposito si dividono tra quelle in attesa di un loculo e quelle in attesa di inumazione, che al momento rappresentano la maggiore criticità perché non abbiamo un campo di inumazione”.
Come ammesso dallo stesso Sala, però, quelle messe in campo sono tutte soluzioni tampone “a breve termine” e, per usare le parole del capo di gabinetto Sergio Pollicita, intervenuto durante la seduta, “non sono risolutive”.
“Abbiamo cercato – ha spiegato Pollicita – di trovare soluzioni immediate ma anche di prospettiva perché in questi anni la strategia di trovare soluzioni all’emergenza contingente evidentemente non ha pagato. Di fatto non sono stati presi in considerazione interventi strutturali che risolvessero la carenza di posti. E questo vale anche oggi, a prescindere dal Covid”.
Lo dimostrerebbe, secondo Pollicita, “la circostanza per cui ancora non è stato definito il forno crematorio anche se il progetto è pronto”. Per il capo di gabinetto servono risorse che un Comune a rischio dissesto (e che non riesce a chiudere il Bilancio di previsione) semplicemente non ha: “La capienza dei Rotoli è al limite. Possiamo mettere il cimitero sottosopra cercando di alleggerire l’emergenza ma la sua capacità ricettiva è stata sfruttata al massimo, anche considerando le ipotesi dei loculi ipogei o fuori terra. Per fare un esempio, era stato ipotizzato di acquistare e collocare 1.400 loculi fuori terra al cimitero di Santa Maria di Gesù, ma per farlo serve l’agibilità economica. Anche il progetto di acquisizione dei terreni accanto al cimitero di Sant’Orsola (con una spesa di 290 mila euro, nda), che sarebbe valso altri 2.500-3.000 posti di inumazione, è stato abbandonato. D’altronde, e non svelo un mistero, il Bilancio di previsione dell’anno scorso è stato approvato a fine anno e quello di quest’anno soffre di grandissime difficoltà. Questi non sono alibi ma dati di fatto”.
Non mancano, neanche a dirlo, gli ostacoli burocratici, come nel caso dei 490 loculi prefabbricati fuori terra da collocare ai Rotoli, “per i quali – ha spiegato il capo di gabinetto – c’è già un progetto esecutivo approvato dalla Sovrintendenza ma che non possiamo mandare a gara perché non è inserito nell’elenco annuale. Con l’assessore abbiamo predisposto due emendamenti per opere non previste da inserire nell’elenco annuale 2021: uno per i loculi fuori terra e uno per il progetto di recupero di un campo di inumazione. Per queste due opere le risorse ci sono”.
Infine, con altri 7.500 euro scovati tra le pieghe del Bilancio, Palazzo delle Aquile ha affidato all’Amap l’incarico di predisporre l’allaccio con il futuro impianto fognario del nuovo forno crematorio, ancora in fase di progettazione.