PALERMO – Il via libera al Bilancio consuntivo 2022 è arrivato al termine di un’altra settimana convulsa per il centrodestra del capoluogo. La maggioranza, infatti, con un autentico blitz ha tentato di approvare il Rendiconto accorciando di molto i tempi del dibattito in Aula, ma è andata a sbattere contro il muro eretto dalle opposizioni. Per sbloccare l’impasse alla fine è dovuto scendere in campo il sindaco Roberto Lagalla in persona, che ha trovato un accordo con la minoranza e ha portato a casa 35 milioni di avanzo di amministrazione per assunzioni e nuove opere.
Ma procediamo con ordine. La scorsa settimana, con una mossa inedita, le sette Commissioni consiliari sono state convocate tutte contemporaneamente per esprimere il proprio parere sul documento finanziario. Il perché di tanta urgenza è presto detto: il Comune aspetta da anni, come manna dal cielo, l’assunzione di 11 dirigenti tecnici a tempo indeterminato e 14 a tempo determinato per poter finalmente snellire gli iter burocratici dei lavori pubblici, che al momento si deve sobbarcare un numero di funzionari che si conta sulle dita di una mano. Inoltre, Palazzo delle Aquile ha fretta di impegnare entro dicembre le risorse per far partire i famosi Accordi quadro su strade, marciapiedi, edilizia popolare e scuole.
L’opposizione, e in particolare il consigliere Ugo Forello del gruppo Oso, tuttavia, ha protestato a suon di norme e cavilli per la tempistica con cui l’atto è stato portato in Aula, non lasciando neanche il tempo, secondo l’ex pentastellato, di studiare le carte. Per legge, infatti, i consiglieri hanno diritto ad almeno venti giorni di tempo da quando l’atto viene iscritto all’Ordine del giorno. Quindi, secondo i calcoli di Forello, fino al 3 ottobre. A quel punto i lavori d’Aula si sono impantanati e Lagalla si è dovuto presentare a Sala Martorana per risolvere l’inghippo, non senza un duro scambio di dichiarazioni (con tanto di urla) con lo stesso Forello.
Ad aprire le schermaglie è stato proprio l’ex rettore: “La riunione del Consiglio comunale – ha attaccato – è stata legittimamente convocata dal presidente. È stato invocato l’articolo 227 del Tuel, frutto del decreto 267 del 2000 (quello che stabilisce che ‘la proposta è messa a disposizione dei componenti dell’organo consiliare entro un termine non inferiore a 20 giorni’, nda), che richiama il termine del 30 aprile, perentorio per legge ma non costantemente osservato nei fatti, per l’approvazione del Rendiconto di gestione. Questa proposta è stata messa a disposizione del Consiglio tra il 23 e il 24 agosto. Mancava solo il parere dei revisori contabili, che è arrivato il 13 settembre. Inoltre il 18 settembre il commissario ad acta ha diffidato il Comune ad approvare il Consuntivo in tempi rapidi, entro 20 giorni, altrimenti il Consiglio verrebbe esautorato dalla propria funzione. Il regolamento comunale è fonte gerarchica secondaria rispetto alla legge”.
“Se non dovessimo approvare il Rendiconto entro il 21 settembre – ha sottolineato – si inibirebbero i trasferimenti di risorse alle partecipate, si bloccherebbero i trasferimenti statali, non potremmo stanziare le risorse per i lavori pubblici e non potremmo procedere con le assunzioni e le stabilizzazioni. A chi si chiede come mai il Consuntivo venga discusso a settembre e non ad aprile, rispondo che forse è stato catapultato qui dalla Lapponia, ricordando l’affannosa rincorsa dell’ultimo anno”.
Forello però ha risposto per le rime: “Dalle parole del sindaco ho capito che è sicuramente un ottimo medico ma probabilmente sarebbe un pessimo giurista. Il segretario generale e il ragioniere generale hanno chiaramente affermato che c’è un possibile, chiaro pericolo di illegittimità della delibera senza il consenso alla deroga sui termini da parte di tutti i consiglieri. Questo Consiglio ha sempre dovuto agire d’urgenza. Ci ritroviamo ancora una volta a deliberare su un atto che sostanzialmente non conosciamo perché non siamo stati messi nelle condizioni di poterlo studiare. Falso che questi atti siano stati inviati il 23 o 24 agosto. L’invio formale di tutti i documenti è avvenuto il 13 settembre. Una cosa è comunicare una proposta di delibera e un’altra è inviare i 30 e più allegati della proposta. Prima del termine del 3 ottobre questo atto non può essere approvato”.
“E poi – ha aggiunto – questo non è affatto l’ultimo miglio, semmai lo è il Bilancio consolidato, che andrebbe approvato entro il 30 settembre. La responsabilità non è del Consiglio ma dell’Amministrazione”.
Non meno incisiva la replica di Carmelo Miceli del gruppo misto: “Il sindaco ha sbagliato un rigore a porta vuota. E a farlo sbagliare non è stata l’opposizione perché forse non è stato bene informato sulla corresponsabilità nei ritardi di una parte della maggioranza e della Giunta. Al sindaco non può sfuggire che il dibattito in Aula è condizionato dalle fibrillazioni interne alla maggioranza sul rimpasto”.
E in effetti il capogruppo di Forza Italia Gianluca Inzerillo ha dovuto ammettere di “condividere l’intervento del collega Forello, del quale di solito non condivido nulla. Alla riunione con uffici, capigruppo di maggioranza, vicesindaco e presidente del Consiglio abbiamo ascoltato le preoccupazioni del Segretario e del Ragioniere sui tempi di discussione dell’atto”.
Alla fine Lagalla ha dovuto scrivere di suo pugno una nota con cui ammetteva l’eccessiva fretta nella convocazione dei lavori sul Consuntivo ma tendeva la mano all’opposizione chiedendo di accettare comunque i tempi ristretti a causa dell’urgenza dell’atto. Le minoranze hanno così deposto le armi concedendo la deroga e consentendo di arrivare all’approvazione.