C’è qualcosa che sta affiorando in questa città di Palermo. È qualcosa di ancestrale, basico, violento, crudo come la carne umana senza pelle. Stupri, sparatorie senza senso, violenze omofobe, baby gang, pestaggi di poliziotti in alcune piazze, crack a go gò in altre, persone che perdono la vita, esistenze umane che terminano il loro percorso, senza una logica spiegabile, perdendo affetti e speranze.
Ma non avevamo abbandonato tutto ciò agli anni 90? Dopo quella terribile, efferata, bruciante estate pensavamo che la città rinascesse, si fosse liberata da una coltre opprimente, i bambini, oggi trentenni, avessero avuto un futuro diverso in una città diversa, libera dalla paura come qualche slogan attuale recita come un carillon incantato. La disperazione, l’ignoranza, la perdita di speranza galleggia in interi quartieri a Nord e a Sud della circonvallazione, rotta e diruta, piena di piccoli altari di morti con fiori appassiti o freschi.
Palermo è una città povera, capitale del reddito di cittadinanza proprio per questo, povera spesso anche di immaginazione, di credere in uno sviluppo che non passi dal potente o impotente di turno. Ovviamente nulla è tutto nero, ed il bianco, a volte candido, spunta come gigli fra i sacchetti neri della “munnizza”, che cercano di stemperare il male odore. Ma l’effetto che fuoriesce è il grigio, l’indifferenza, il ridurre tutto, banalizzandolo a chiacchera da bar.
A volte il passato ritorna, eravamo giovani, alcuni, trent’anni fa, ma non era un gran mondo, non era una bella città. Sembrava, ci eravamo illusi, tutti, chi più chi meno, che Palermo cambiasse, che noi l’avremmo cambiata. Ma con onestà intellettuale dobbiamo riconoscere che non ci siamo riusciti, abbiamo qualche, molti, telefonino in più, qualche selfie in aggiunta, un molo trapeizodale che prima non avevamo, e poco altro.
Ma si è persa quella speranza, quel sogno di cambiamento per una città normale, pulita fuori e dentro, con giovani che vogliono viverci e rimanere. È tutto perduto? Può vivere una città così nell’ignavia mentre tutto cade dentro le sue buche? Palermo è troppo cruda, cerchiamo di riscaldarla, di ricucirla, di rammendarla, di curarne le ferite, di renderla meno cruda e crudele . Così è se vi pare.