PALERMO – È possibile bocciare una delibera e due anni dopo approvarla pressoché identica? Sì, se nel frattempo è cambiata la maggioranza in Consiglio comunale. Al termine di un iter burocratico interminabile Sala delle Lapidi ha dato il via libera alla variante urbanistica che autorizza il completamento delle opere, incompiute da 14 anni, previste da un vecchio Prusst nell’area dell’ex Grande Migliore.
Tutto è iniziato nel lontano 1999 quando le società Migliore Spa e Migliore Parcheggi e Servizi Srl, in seguito fallite, hanno aderito al programma Prusst con tre progetti: un parcheggio sotterraneo in via Buzzanca, uno alberato di superficie in via Mandalà (da consegnare al Comune) e un sistema di passerelle pedonali di collegamento aereo tra i due parcheggi, oltre all’ampliamento del centro commerciale. Nel 2007 il Consiglio comunale ha autorizzato il Prusst in variante al Prg ma appena due anni dopo, con i lavori ormai completati all’80%, il cantiere si è arenato a causa della situazione patrimoniale delle due società. A febbraio 2021 il nuovo stop, quando l’Aula ha respinto con 13 voti favorevoli e 13 astenuti (inclusi alcuni esponenti dell’allora maggioranza di Leoluca Orlando) la convenzione urbanistica con la curatela fallimentare che confermava la validità della variante.
Una doccia gelata per i 259 ex lavoratori di Grande Migliore: secondo la curatela, infatti, soltanto completando le opere incompiute il polo commerciale avrebbe avuto l’appeal giusto per trovare un acquirente. Tant’è vero che le aste organizzate in questi anni sono andate deserte. Un bel problema, perché solo attraverso la vendita dell’ex punto vendita di viale Regione la curatela potrà soddisfare i creditori, tra i quali per l’appunto gli ex dipendenti. Allora come adesso, però, alcuni consiglieri hanno espresso (e continuano ad esprimere) dubbi sull’intero progetto, descritto come “uno scempio allucinante dal punto di vista estetico” (Massimiliano Giaconia di Progetto Palermo), “un ecomostro a oggi inutilizzato” (il capogruppo del Pd Rosario Arcoleo) o “una cattedrale nel deserto che però riteniamo debba essere completata” (il capogruppo del M5s Antonino Randazzo).
Alla fine il “Sì” è arrivato all’unanimità con 21 voti favorevoli sui 21 presenti. Approvato anche un emendamento, presentato da Giulia Argiroffi del gruppo Oso, che, tra le altre cose, propone che almeno il 30% della superficie del parcheggio a raso sia destinata a verde.
Esultano i sindacati: “Sarebbe stata pura follia privare Palermo di una possibile opportunità di sviluppo – hanno detto Mimma Calabrò e Stefano Spitalieri della Fisascat Palermo Trapani – facendosi sfuggire le opportunità ingenerate da un immobile di simili dimensioni e con un simile posizionamento strategico a livello commerciale”.
Soddisfatti gli assessori Giuliano Forzinetti (Attività produttive) e Maurizio Carta (Urbanistica). “Abbiamo dimostrato – ha sottolineato Forzinetti – di essere interlocutori affidabili per chi vuole investire in questa città. L’immobile che ospitava la struttura ex Grande Migliore è andato all’asta per ben due volte ma nessun compratore, a causa delle incertezze amministrative, ha presentato alcuna offerta e la curatela, per evitare l’eccessiva svalutazione, d’intesa con il giudice aveva sospeso la vendita”.
Per Carta “si tratta di un atto importante dal punto di vista urbanistico poiché prende atto che più dell’80% delle opere previste dal progetto originario è stata realizzata e lo stato dei luoghi ormai è irrimediabilmente compromesso e non restituibile alla sua originaria natura e, quindi, è più opportuno completare le opere a uso pubblico previste in modo da riattivare anche la funzione economica dell’area”.
La discussione sul Prusst è stata inframmezzata da una nuova polemica tra maggioranza e opposizione dopo il prelievo e il successivo, immediato accantonamento di un’altra delibera sul regolamento dei sistemi di videosorveglianza. L’indecisione sull’ordine dei lavori ha offerto il fianco alle critiche di parte dem: “C’erano due temi all’ordine del giorno – hanno attaccato Arcoleo, Fabio Giambrone, Giuseppe Lupo, Carmelo Miceli e Teresa Piccione – due temi su cui la maggioranza non ha trovato un punto di incontro. Probabilmente gli equilibri delle partecipate stanno distogliendo i consiglieri comunali dal ruolo che gli è stato conferito dai cittadini. Intanto il Consiglio a otto mesi dal voto è paralizzato”.
Già perché, malgrado le promesse, la tanto attesa riorganizzazione delle governance delle partecipate tarda ad arrivare, segno evidente che la trattativa nel centrodestra si sta rivelando più laboriosa del previsto. Il sindaco Roberto Lagalla è passato di rinvio in rinvio e a oggi non è ancora riuscito a comporre il puzzle tra i partiti della coalizione. Prova ne è, tanto per fare un esempio, che l’amministratore delegato della Gesap è ancora Giovanni Scalia e alla Gh, società di handling, c’è addirittura l’orlandiano Fabio Giambrone.
I sindacati, stanchi di attendere, cominciano a rumoreggiare: “Nel caso di Sispi – hanno affermato la Cisl e la Fiom – la mancata nomina degli organi di governance danneggia azienda e lavoratori. Siamo fortemente preoccupati e affermiamo con forza che non potranno ricadere né su Sispi né sui lavoratori che rappresentiamo eventuali responsabilità su disservizi e/o sui danni causati da tali incomprensibili ritardi”.