PALERMO – Si è tenuta ieri nei locali di Palazzo Steri la conferenza stampa di commiato del magnifico rettore uscente Fabrizio Micari, che a novembre lascerà il posto a Massimo Midiri.
Micari ha presentato un bilancio dei suoi sei anni di attività a capo dell’Università di Palermo sotto forma di libro. Eletto nel 2015, il rettore ha trovato un Ateneo in declino, dove le iscrizioni si riducevano annualmente e le risorse erano limitate. Dopo sei anni, l’Università di Palermo annovera 10.888 iscritti al primo anno delle Lauree triennali e Magistrali ciclo unico nell’anno accademico 2020/2021 (erano 7.721 nel 2015/2016). Conta 3.009 iscritti al primo anno delle Lauree magistrali nell’anno accademico 2020/2021 (erano 2.061 nel 2015/2016). Presenta 43.538 iscritti complessivi nell’anno accademico 2020/2021, dei quali l’82% studenti in corso (erano il 72% nel 2015/2016). In questi anni vi sono stati quasi ottomila laureati nell’anno solare 2020, dei quali il 57% entro la durata legale degli studi (il 35% nel 2015). Inoltre, sono state assegnate 307 borse di Dottorato di ricerca per il XXXVII Ciclo (81 nel 2015) e sono stati firmati 460 contratti per le Scuole di Specializzazione nel 2021 (232 nel 2015).
L’Università ha anche aperto 160 Corsi di studio, dei quali 16 sulle Sedi decentrate di Agrigento, Caltanissetta e Trapani (erano 130 nel 2015/2016). Oggi, il 70% dei corsi sono ad accesso libero (erano il 52% nel 2015/2016), il 16% ad accesso programmato locale, il 14% ad accesso programmato nazionale. Sui corsi ad accesso programmato locale, i posti disponibili sono cresciuti da 2.600 a quasi quattromila.
In questi anni, inoltre, l’Università di Palermo ha lavorato per garantire una più ampia no-tax area, tra le più estese delle Università italiane, pari a un reddito Isee di 25.000 euro. Così, i due terzi degli studenti UniPa sono esentati dal pagamento delle tasse universitarie, mentre la tassazione media è pari a 644 euro.
Un percorso importante, finanziato drenando risorse per la ricerca per un totale di 118 milioni di euro, inclusi quelli per 48 progetti approvati e finanziati dalla Ue nell’ambito del programma Horizon 2020. Sono stati inoltre ottenuti 30.283 prodotti della ricerca, dei quali quasi il 50% su riviste censite nel primo quartile. Attivati investimenti nell’edilizia universitaria per un valore complessivo di 81 milioni di euro e chiusi i Bilanci consuntivi ogni anno in attivo, con un massimo di 18,8 milioni di euro nel 2020. Registrata inoltre, dal 2017, la crescita del Fondo di funzionamento ordinario, passato da 194,2 a 206,3 milioni di euro nel 2020. Anche i primi parziali dati del 2021 riportano un’ulteriore crescita di 8 milioni di euro. Infine, sono state svolte procedure concorsuali che hanno consentito di effettuare circa 890 assunzioni e promozioni, con la previsione di ulteriori trecento entro la fine del 2021.
“Questi sei anni – ha affermato il rettore uscente – sono stati molto impegnativi ma molto belli, cercando di creare un’Università accogliente che cercasse di prendersi cura delle problematiche degli studenti. È un’Università che ha aumentato i corsi ad accesso libero, che ha aumentato l’offerta formativa e l’impegno per le sedi decentrate, e che ha ridotto le tasse, ampliando la no tax area. La logica è sempre stata di provare a dare un’opportunità per favorire la crescita del territorio”.
“Un’Università – ha concluso Micari – deve vivere il suo territorio e deve essere dimensionata in funzione di esso, ma ciò non significa che non debba fare ricerca di qualità. In questo senso, la didattica a distanza, che è uno strumento complementare e non sostitutivo, è utile per gli studenti lavoratori, reclusi, genitori e ricoverati negli ospedali”.