PALERMO – Le zavorre che tengono in conti di Amat in rosso sono ancora al centro delle discussioni che animano gli uffici del Comune e della partecipata di via Roccazzo, impegnati a rivedere il contratto di servizio. Da un lato le voci in perdita, come il car sharing e il servizio rimozione, dall’altro le richieste dei sindacati su risorse umane e stipendi da rivedere. In mezzo c’è lo sciopero (il terzo in un anno) che lascia a piedi gli utenti del servizio pubblico. L’ultima mobilitazione risale alla scorsa settimana. Al centro della protesta il rinnovo del contratto aziendale di secondo livello, fermo dal 2007.
Il nuovo contratto di servizio dovrebbe vedere la luce a fine anno, dopo il via libera del Consiglio comunale. Tempi lunghi per la società in house del Comune di Palermo, concessionaria del servizio di trasporto pubblico locale, da mesi osservata nelle sue criticità nelle sedute delle Commissioni consiliari.
Le soluzioni al momento viaggiano nelle intenzioni. E intanto si mettono in fila i nodi da sciogliere. “Dopo l’accordo con la Regione – ha dichiarato Sabrina Figuccia, capogruppo della Lega e presidente della III Commissione consiliare Partecipate, dopo l’audizione dei giorni scorsi – per il prossimo arrivo dei fondi di compensazione, circa 12 milioni di euro, relativi al periodo Covid, adesso l’Amat deve affrontare un altro macigno, quello dell’Iva richiesta, dopo un’ispezione, dall’Agenzia delle Entrate, di 3 milioni 400 mila euro”.
Sui conti dell’Amat si è soffermato anche il vice presidente Massimo Giaconia, capogruppo di Progetto Palermo: “Il risultato del bilancio del 2022 che ha segnato una perdita di 21,4 milioni di euro è la conferma che è urgente e improcrastinabile un nuovo contratto di servizio. Pertanto, riteniamo che la decisione dell’Amministrazione comunale di rinviare tutto a fine anno rischi di compromettere la continuità aziendale”.
Il rilancio dell’Amat è legato anche ai paletti del Piano di riequilibrio del Comune, concordato con lo Stato. Lo ha spiegato anche Pasquale Terrani (FI), presidente della IV Commissione Affari generali, al termine di un’audizione con i vertici aziendali: “Compatibilmente col Piano di riequilibrio in corso e di risanamento, ritengo che la governance Amat debba predisporre un Piano strategico e innovativo al fine di mettere la stessa nelle condizioni di avere un ampio respiro e che l’Amministrazione comunale, con in testa il sindaco Lagalla, debba ricercare strumenti e condizioni di rilancio della partecipata”.
Un piano di sviluppo è innanzitutto la soluzione per Concetta Amella del gruppo Movimento 5 stelle, che ha espresso preoccupazione “per il velleitarismo della politica dei trasporti pubblici del sindaco Lagalla. Ciò che occorre è un Piano di sviluppo e di rilancio che traghetti finalmente Amat nella transizione a una mobilità integrata di bus, tram e treno. A una mobilità economicamente sostenibile, mi riferisco ad aumento dei ricavi e riduzione dei costi, moderna ed efficiente con biglietto unico digitale, app funzionanti, paline intelligenti accese e che non tradisca le legittime rivendicazioni dei lavoratori”.
Ci sarebbero diversi modi per rilanciare l’Amat, secondo Domenico Bonanno, capogruppo Dc: “Il primo – ha affermato – è togliere dal contratto con il Comune i servizi in perdita, rafforzando l’azienda dal punto di vista economico. Mi riferisco, per esempio, alla segnaletica stradale, al car sharing che oggi ha una formula antiquata e di scarso interesse, ai parcheggi, al servizio di rimozione. Con maggiore disponibilità finanziaria si potrebbero liberare risorse economiche per valorizzare i dipendenti e per nuove assunzioni, al fine di permettere all’azienda di fare non solo un salto di qualità, ma anche di rendere i servizi più efficienti. Bisognerebbe anche reingegnerizzare i processi organizzativi”.
E sui dipendenti ha aggiunto: “Occorre adeguare il contratto del personale, soprattutto degli autisti che hanno un trattamento economico tra i più bassi della categoria”.
“Come consiglieri – ha concluso Bonanno – intanto stiamo programmando una conferenza dei capigruppo alla presenza dei sindacati per ascoltare le loro richieste e loro proposte. Successivamente si convocherà un’altra conferenza dei capigruppo alla presenza dei rappresentanti degli uffici del Comune e dell’Amat per ascoltare il punto di vista amministrativo e, insieme, ragionare su quelle che possono essere le soluzioni utili all’azienda”.
Intanto il presidente dell’Amat, Giuseppe Mistretta, dopo le audizioni dei giorni scorsi nelle Commissioni, a margine di un convegno a Roma sui trasporti ha fatto un punto sul futuro dell’azienda. “Stiamo cercando di mettere un po’ d’ordine – ha detto – quindi toglieremo quelle attività che non sono esattamente prioritarie rispetto al core business. Manderemo pertanto fuori dalla nostra gestione sia i car sharing che il servizio di rimozione”.
“Stiamo lavorando – ha aggiunto – a un progetto molto ampio per quanto riguarda la transizione energetica. Contiamo di riuscire a produrre oltre 5 megawatt di energia, rendendo del tutto autosufficiente Amat, e in parte finanzieremo i bus elettrici che arriveranno a partire da metà di questo anno: si tratta di 125 automezzi. Molti sono piccoli e ciò ci permetterà di effettuare un servizio anche nel centro storico di Palermo, uno dei più grandi d’Europa”.