PALERMO – A partire da domani, 1 settembre, il Comandante provinciale dell’Arma dei Carabinieri, Generale di Brigata Giuseppe De Liso saluterà la città per essere destinato all’incarico di Comandante di Legione a Padova. Di origini campane, si è insediato il 7 settembre 2021 e durante il suo comando le attività dell’Arma si sono susseguite scandite da importanti operazioni finalizzate al contrasto alla criminalità organizzata di stampo mafioso sul territorio provinciale – da ricordare, nell’anno in corso, quelle denominate Luce, Metus e Vincolo – e al controllo del territorio, collaborando spesso con la Polizia municipale e la Guardia di Finanza. Da non dimenticare, inoltre, il supporto fornito dal Comando provinciale alla cattura dell’ex latitante Matteo Messina Denaro.
Generale, qual è stato il suo rapporto con la città di Palermo, da non palermitano?
“Palermo è una città bellissima, intrisa di storia, che si è formata attraverso la stratificazione millenaria di culture e popoli diversissimi. I palermitani sono persone inclusive, aperte al confronto con il ‘forestiero’ per natura, apparentemente indolenti ma carichi di grande umanità e dignità. Non a caso, e lo sostengo con grande forza, i più grandi combattenti per la libertà dal giogo mafioso di questa città sono stati proprio i palermitani, che hanno lottato, spesso a prezzo della vita, per migliorare la società di questa splendida città. Il mio rapporto con Palermo, sinceramente, è stato più che positivo, caratterizzato da schiettezza e grande condivisione umana”.
In un’intervista che le rilasciò al suo arrivo disse: “Cancelliamo la parola rassegnazione”. È cambiata Palermo da quel momento a oggi?
“Ne sono ancora convinto: non bisogna mai rassegnarsi alle negatività. Bisogna sempre tendere a migliorare, ognuno con i propri mezzi e facendo il proprio dovere di cittadino. I miei due anni di permanenza palermitana sono troppo pochi per sostenere che la città sia cambiata: permangono i problemi di una grande città del Meridione d’Italia, lacerata da conflitti ma ricca di belle opportunità, che soprattutto i giovani, attraverso una sempre più convinta maturazione culturale, possono e devono cogliere”.
Quale eredità lascia al Comando e alla città?
“Non mi ritengo così presuntuoso da pensare di lasciare un’eredità al Comando e alla città. Posso solo dire che la strada giusta da percorrere, sia per i Carabinieri di Palermo, uomini e donne generosi, sia per i cittadini, sia quella della perseveranza. Non bisogna vanificare gli sforzi profusi in anni di lotta contro il malaffare, costata sangue a tantissimi servitori dello Stato, a inermi cittadini, a professionisti e a imprenditori onesti. Sarebbe un vero peccato arrendersi all’indolenza e alla rassegnazione che nulla sia cambiato, non è vero. Molto è migliorato nella società palermitana ma ancora molta strada aspetta di essere percorsa. Sta ai tantissimi cittadini onesti prendere in mano il proprio destino e impegnarsi affinché si migliori sempre di più”.
Come si è evoluta e organizzata l’Arma durante questi due anni a Palermo?
“L’Arma è un’organizzazione con una storia più che bicentenaria. Due anni sono un battito di ciglia a confronto della lunga vita di un’Istituzione che ha percorso, trasversalmente, la storia italiana. L’organizzazione dell’Arma a Palermo è rimasta uguale a quella degli anni passati, anche se si modula costantemente in relazione alle mutate esigenze di prevenzione e di contrasto che si presentano. Una cosa rimane immutabile: la natura del Carabiniere, uomo fra gli uomini, con l’unica missione di servire la popolazione”.
Potrebbe spiegarci l’osmosi che si è creata tra l’Arma e le altre istituzioni sul territorio durante il periodo in cui lei è stato Comandante provinciale?
“In una società complessa, eterogenea e sfaccettata come la nostra, non è più pensabile sostenere che un’unica organizzazione, seppur ben strutturata, possa agire da sola. L’Arma è parte integrante di un sistema più ampio, fatto di altre Istituzioni che lavorano assieme, e in maniera sinergica, per il bene comune. Sul piano preventivo, il Comando provinciale di Palermo, sotto il coordinamento del Prefetto, ha operato in maniera leale e trasparente con le altre forze di polizia del territorio, con le quali c’è sempre stato un rapporto osmotico e positivo. Il tavolo del Comitato provinciale per l’Ordine e la Sicurezza pubblica è stato costantemente il luogo ove sono state affrontate le tante problematiche del territorio, con l’unico obiettivo della tutela del bene comune. Sul piano del contrasto, l’Arma di Palermo, collaborando in maniera puntuale con le Procure della Repubblica di Palermo e Termini Imerese, ha cercato di costituire un punto di riferimento per le comunità, dando risposte importanti sul piano della repressione di vari fenomeni criminali, primo fra tutti quello mafioso. Importanti, anche, le risposte repressive in vari altri contesti, sia in tema di traffici di stupefacenti, di reati predatori e di reati odiosi e purtroppo troppo presenti nella nostra società, ovvero le violenze di genere o contro vittime vulnerabili. In tale contesto L’Arma, sotto la direzione sapiente dell’Autorità giudiziaria, ha speso risorse, intelligenze e i cuori dei suoi Carabinieri per offrire conforto e rendere giustizia a tante vittime di reati a volte davvero odiosi”.
Polizia di prossimità, vicinanza alla popolazione. Mi può fare un bilancio delle attività sociali che hanno avvicinato l’Arma ai cittadini?
“Il concetto di polizia di prossimità, che sembra tanto nuovo e avveniristico, in realtà è inscindibilmente connaturato alla storia dei Carabinieri. L’Arma nasce fra la gente, è presente anche nelle comunità più piccole e nei luoghi più sperduti, ed esercita da più di due secoli la vera prossimità con i cittadini attraverso le sue Stazioni. Proprio per alimentare questo nostro patrimonio d’identità, moltissime sono state le iniziative dell’Arma di Palermo in campi che solo a occhi distratti possono sembrare estranei agli obiettivi istituzionali”.
Qualche esempio?
“Facciamo doposcuola ai bambini che vivono in quartieri difficili, li avviamo allo sport grazie a nostri Carabinieri che, liberi dal servizio, gli dedicano parte delle loro giornate, abbiamo donato libri alle comunità, abbiamo accolto centinaia di studenti nelle nostre caserme e nel Museo della memoria del Comando Legione Sicilia, e nostri Carabinieri, costantemente, tengono presso le scuole incontri per alimentare quella cultura della legalità che è l’unica medicina a quel male che si chiama ignoranza. Insomma, l’Arma di Palermo continua a cercare di proporsi come punto di riferimento per le comunità, a volte unico punto di contatto fra la gente e lo Stato”.
Quale è il ricordo più bello che porterà con sé di questa città?
“Il colore del cielo azzurro come in nessun’altra parte d’Italia ho mai visto. Un cielo che avvolge una città magnifica, carica di storia, di tante contraddizioni ma degna di essere vissuta pienamente. Palermo e i palermitani resteranno sempre nel mio cuore”.