Una lite in discoteca si è trasformata in una tragedia che non accenna ad avere un epilogo. L’omicidio di Rosolino Celesia, 22enne, avvenuto il 21 dicembre a Palermo sembra avvolto da un alone di mistero e – dicono in tanti – “omertà”. La Squadra Mobile, coordinata dalla Procura diretta da Maurizio de Lucia, indaga ed esamina i filmati delle videocamere di sorveglianza registrati da un distributore di benzina in via Francesco Omodei e all’ingresso dell’attività.
Nel corso dell’interrogatorio di garanzia nei confronti dei due fratelli arrestati per il delitto è venuta alla luce la faccenda legata al possesso dell’arma. “Non sapevo che mio fratello avesse una pistola. Non ricordo se la pistola sono stato io a toglierla a mio fratello o se è stato lui a passarmela”, avrebbe detto il più grande. È stato intanto convalidato anche il fermo del ragazzo di 17 anni: non per il possesso illegale di arma bensì per le esigenze cautelari legate alle indagini in corso, per il rischio di inquinamento delle prove, per le versioni fornite dai due indagati e dagli altri interrogati. Il maggiore ha dichiarato spesso di non ricordare. Il legale ha depositato la richiesta di scarcerazione al Tribunale del Riesame. La linea della difesa è che i fratelli hanno fornito elementi utili aprendosi pure alla collaborazione parziale e potrebbe diventare totale.
“Non ricordo chi era con me quella sera”, avrebbe detto G.O. nell’interrogatorio di garanzia. In discoteca avrebbe “avuto una rissa con la vittima, Rosolino, un’altra rissa era già accaduta in precedenza. Tra la prima rissa in via dei Chiavettieri e il giorno della rissa in via Calvi non ci sono stati altri episodi. Non conoscevo la vittima. Ad un certo momento della serata, all’interno dell’area fumatori ho incontrato Rosolino. Ci siamo allontanati per parlare, ma lui mi ha colpito e sono svenuto”. Il fratello minore, poi, avrebbe preso la pistola sparando contro Celesia.
Al centro delle investigazioni pure un soggetto arrivato nel locale poco prima del delitto che avrebbe un rapporto di amicizia con i fratelli. Uno di loro aveva in mano un rastrello di legno e metallo usato per il giardinaggio. Il gruppo nell’area posteriore della discoteca quando sono stati esplosi i colpi di pistola.
Inoltre una terza persona potrebbe avere avuto un ruolo nell’omicidio. Un giovane che avrebbe dato la pistola a salve al 22enne accusato dell’omicidio insieme al fratello minore. Il più grande dovrebbe aver avuto l’arma ma nell’interrogatorio non lo ha mai confermato. La Procura ipotizza che ci possano essere interessi collegati alla criminalità dietro all’omicidio di Celesia ma tutto sembra ancora da definiti. È certo, però, che i fratelli avevano avuto un primo scontro circa un mese fa.