Palermo

Palermo, il caso Coime tra le spinose eredità del 2019

PALERMO – Alta tensione dopo la decisione del ministero dell’Economia di bocciare la richiesta del Comune di adeguare i contratti degli operai del Coime. La notizia è venuta fuori al termine di un vertice a Palazzo Galletti tra l’Amministrazione comunale e i sindacati, alla presenza dei rappresentanti di Feneal Uil, Filca Cisl e Fillea Cgil, del dirigente del Coime Francesco Teriaca, del capo reparto Domenico Musacchia e del vice sindaco Fabio Giambrone.

Il nuovo giudizio del Mef ricalca nel contenuto il parere negativo già espresso dal ministero nel 2016. “Di fatto – hanno spiegato i segretari generali Fillea Cgil Palermo Piero Ceraulo, Filca Cisl Palermo-Trapani Francesco Danese e Feneal Uil tirrenica Pasquale De Vardo – questo nuovo parere intima l’Amministrazione a non applicare gli adeguamenti contrattuali tout-court ma solo in parte. Rimaniamo basiti: è un parere che dopo tutti questi anni non accettiamo. Appare chiaro come non ci sia una vera consapevolezza della problematica, considerata questione puramente economica, di risparmio, quando invece dovrebbe essere rispettato un contratto. Anche perché, da parte dell’Amministrazione comunale, abbiamo raccolto la volontà di riconoscere questi adeguamenti”.

Da ormai tre anni il ruolo del Coime nella pianta organica del Comune è al centro di un aspro scontro istituzionale con i tecnici di via XX Settembre. Come i lettori ricorderanno, il Coime faceva parte delle 46 irregolarità sulla situazione economico-finanziaria di Palazzo delle Aquile sollevate nel 2016 dagli ispettori del Mef. Una querelle andata avanti a colpi di carte bollate, relazioni e controrelazioni e trascinatasi ormai fino alla Corte dei Conti. Un elenco di rilievi che andavano dalle partecipate alle spese per il personale, passando per gli incarichi interni ed esterni.

Quanto al Coime, è presto detto. Dagli anni Ottanta i suoi operai (all’inizio erano circa 1.500, adesso sono poco meno di 900) vengono stipendiati con un contributo straordinario dello Stato. Di conseguenza, anche se lavorano per Palazzo delle Aquile, non fanno parte della pianta organica comunale ma sono inquadrati come edili. Alla fine degli anni Novanta gli operai sono stati organizzati all’interno del Coime, nato da un accordo tra Palermo e lo Stato. Tre anni fa però gli ispettori del Mef hanno giudicato il personale del Coime “in eccedenza”: da allora è iniziata una battaglia istituzionale e politica (visto che il sindaco Leoluca Orlando non ha fatto mancare commenti durissimi nei confronti dei tecnici ministeriali e della Ragioneria dello Stato).

In merito alla vertenza sugli adeguamenti contrattuali, Ceraulo, Danese e De Vardo hanno assicurato che adesso “si sposterà ai tavoli ministeriali. Coinvolgeremo le nostre segreterie regionali e nazionali per chiedere l’intervento degli organi competenti. Da Palermo siamo pronti a muoverci a sostegno della vertenza e sappiamo che al nostro fianco ci saranno il sindaco Orlando e il vicesindaco Giambrone. Il confronto ha toccato anche il problema degli straordinari: per evitare il superamento del monte ore dello straordinario e ottimizzare il servizio nel rispetto dei contratti il Comune si è impegnato a coinvolgere altri comparti dell’amministrazione. Quest’anno sarà avviata una valutazione delle figure necessarie per gli interventi in capo al Coime. Quindi partirà un percorso di riqualificazione del personale chiesto dalle organizzazioni sindacali, con il coinvolgimento degli enti bilaterali del settore”.

“Questi impegni – hanno concluso i segretari – saranno monitorati settimana per settimana, per dare finalmente le risposte che i lavoratori del Coime aspettano da anni, per avere riconosciuto il loro ruolo strategico all’interno dell’amministrazione”.