Infrastrutture

Palermo, il dormitorio di via Ingegneros eterna incompiuta

PALERMO – La Sicilia è una terra dove purtroppo, le incompiute abbondano. Quando poi ti rendi conto che le incompiute in questione sono costate soldi pubblici, allo stupore segue una legittima domanda: perché?

Tra le incompiute che destano più interesse, salta all’occhio il dormitorio per le famiglie dei mutilati di guerra in via Ingegneros, risalente all’epoca del fascismo. Parliamo di un finanziamento atto a ristrutturare l’opera, finanziato con fondi regionali appunto. La cifra è di tutto rispetto: 9.334.460,594.92€, pari a circa 18 miliardi delle vecchie lire. Stando poi all’ultimo elenco disponibile sul sito della Regione Siciliana, dal 2018 ad oggi i lavori sarebbero fermi al 4,92%.

Questo enorme palazzo, che troviamo accanto alla struttura nota ai palermitani come “Ai mutilatini” che adesso è divenuta sede di uffici amministrativi di proprietà dell’azienda ospedaliera “Ospedali riuniti Villa Sofia – Cervello”, ospitava sia il dormitorio che la mensa, oltre a distinguersi per la presenza di numerose eccellenze in campo medico: tutte cose che sono andate via via scemando con gli anni.

Adesso di tutto questo rimane solo un palazzo sventrato, anzi mutilato nel vero senso della parola. Come infatti ci ha raccontato il signor Mimmo Licari, ottico che ha la propria attività proprio di fronte a questo enorme palazzo, via via che passavano gli anni si sono susseguiti numerosi furti che hanno risparmiato giusto le mura della struttura.

A questo punto, era d’obbligo sentire i diretti interessati, ossia l’ospedale Cervello e la Regione Siciliana, ma mentre i primi hanno fatto da subito sapere di non volere rilasciare alcuna dichiarazione in merito, siamo riusciti ad ottenere ulteriori dettagli da parte della Regione Siciliana, che ci ha spiegato come stanno le cose tramite il proprio ufficio stampa.

Innanzitutto, quando un’opera viene data in appalto, entrano in gioco “tutta una serie di dinamiche che portano l’Ente al quale è stato affidato l’appalto e la Regione a comunicare costantemente sull’andamento dei lavori, senza contare la supervisione dell’anticorruzione che è sempre pronta ad intervenire”.

E nel caso di via Ingegneros? “Lì si entra in ambito sanitario e sarebbe stato interessante sentire l’ospedale, comunque in linea generale ci sono vari passaggi che vanno per le lunghe e può capitare che magari quei fondi, inizialmente destinati ad una certa opera, vengano poi indirizzati ad altre destinazioni d’uso, ritenute più importanti. Non si perde nulla, insomma. Esiste un dipartimento che si occupa di monitorare, per semplificare, come vengono spesi i soldi. L’interlocuzione con chi ha preso i fondi non si esaurisce lì, ma continua”.

Teresa Fabiola Calabria