PALERMO – Il sindaco Leoluca Orlando ha partecipato ieri mattina, unitamente ad altri primi cittadini delle Città metropolitane, a una videoconferenza con il ministro degli Interni, Luciana Lamorgese. All’incontro virtuale hanno preso parte, tra gli altri, anche il capo della Polizia, Franco Gabrielli, e il presidente dell’Anci nazionale, Antonio Decaro.
Nel corso del suo intervento, dopo avere espresso apprezzamento per l’operato dei prefetti e delle Forze dell’Ordine, Orlando ha sottolineato come sia necessario rimuovere il divieto del potere di ordinanza dei sindaci, che secondo il primo cittadino di Palermo devono poter tornare a esercitare le loro prerogative “assumendone le responsabilità sulla base di criteri minimi di sicurezza, che devono essere indicati soltanto dal Governo nazionale e non possono essere rimessi all’arbitrio dei singoli presidenti di Regione, che creano confusione e disorientano i cittadini ma, al contempo, anche i sindaci che diventano dei parafulmini”.
“Occorre certamente eliminare – ha aggiunto il sindaco – la sanzione prevista per il mancato raggiungimento del 36 percento dei costi per i servizi a domanda individuale. Chiediamo, inoltre, che venga rimosso il blocco disposto dal Governo ai bandi per i Piani di utilità collettiva di coloro che hanno un Reddito di cittadinanza, poiché questo blocco impedisce ai Comuni di fare ricorso a una risorsa importante: a Palermo sono dodicimila le persone che potrebbero essere utilizzate”.
“Ancora – ha sottolineato il primo cittadino – credo che sia veramente singolare che mentre è saltato il Patto di stabilità europeo, i Comuni sono invece tenuti al vincolo di spesa. Il Comune di Palermo avrebbe duecentoventi milioni di euro di liquidità se solo si eliminasse il vincolo di spesa. Parliamo del Fondo crediti di dubbia esigibilità, piuttosto che dell’utilizzo degli avanzi di amministrazione. È una norma a costo zero, che darebbe enorme liquidità ai Comuni”.
Infine, Orlando ha avanzato “una richiesta tanto piccola quanto grande: oggi noi stiamo assistendo nelle nostre città al pericolo serio che si passi dal disagio alla rabbia e dalla rabbia alla violenza. A Palermo questo, fino a ora, non si è verificato, siamo riusciti a contenere la rivolta degli ultimi e dei più poveri, ma le risorse che sono state erogate dall’ordinanza di Protezione civile del 29 marzo, e non mi stancherò mai di apprezzare questo intervento, sono esaurite. Il Comune di Palermo ha avuto una politica assolutamente rigorosa. Abbiamo sì dato poco, ma a sedicimila famiglie, a sessantacinquemila persone, la metà delle quali sono i nuovi poveri, prodotti dai ritardi della Cassa integrazione in deroga, gestita in maniera irresponsabile, in questo caso dalla Regione siciliana”.
“Abbiamo bisogno – ha sottolineato Orlando – di un piccolo rifinanziamento di quell’ordinanza di Protezione civile, che ci consenta di tamponare l’emergenza sociale, la rabbia sociale che diventa violenza. Quelle risorse sono finite. Se non vogliamo consegnare nelle mani della criminalità organizzata la disperazione degli imprenditori e dei nuovi poveri. Se il medico non arriva, si presenta sempre lo stregone e l’Italia è piena di stregoni, al Nord come al Sud”.
“Per fortuna – ha concluso il sindaco di Palermo – che c’è stato il Reddito di cittadinanza: pensate cosa sarebbe l’Italia senza di esso in questo momento di emergenza. Lo dico al di là di ogni schieramento politico, di ogni valutazione di parte, anche perché il mio partito si chiama Palermo”.