“Proposta azzerare giunta irricevibile, avanti con la minoranza” – risponde così il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando alla proposta di Italia Viva che chiede uno azzeramento della giunta, per seguire il modello del governo nazionale Draghi con l’apertura alla Lega.
Una proposta che, sottolinea Orlando: “è irricevibile per la storia di questa città che ha un percorso alternativo alle scelte di Salvini.
“Da alcuni mesi si registra in consiglio comunale una situazione di stato confusionale, con la bocciatura di delibere come il bilancio consolidato, che bloccano tutte le operazioni relative al potenziamento della macchina comunale, quella del piano triennale delle opere pubbliche che in sostanza ci fa perdere milioni e milioni di euro e la possibilità di sbloccare una serie di lavori fondamentali per la città. Ovviamente la conseguenza di tutto questo è anche la perdita di posti di lavoro e il danno erariale”.
“Voglio precisare che il mio non è un attacco al consiglio comunale – ha aggiunto Orlando – ma che ci sia stata una gestione nervosa da parte di chi guida il consiglio comunale (il presidente Totò Orlando ha aderito a Italia Viva) negli ultimi tempi, diventato un luogo per processare dirigenti dell’amministrazione, è un dato di fatto. Ritengo che nelle dinamiche dei lavori consiliari ci sia un ruolo della maggioranza e un ruolo della minoranza, quindi è normale che quest’ultima possa emendare una delibera, ma bocciare per intero i provvedimenti è un’altra cosa.
È una mortificazione per tutto il consiglio comunale continuare – ha proseguito – a tenere in piedi una finta maggioranza, è un’operazione che la città non merita. Ognuno si guardi allo specchio”. Inevitabili le critiche del sindaco ai renziani.
“Faccio un appello a essere coerenti agli assessori di Italia viva Piampiano e Costumati che fanno entrambi riferimento a un gruppo politico che ha contribuito alle ultime bocciature di alcuni documenti in Consiglio. Se coglieranno la sensibilità politica si dimetteranno, ma se riterranno di restare in presenza di una contraddizione che porta il consiglio comunale a essere un ‘Vietnam’ sarò costretto a rimuoverli, ritirerò le deleghe. Ho chiesto a questi due assessori se non ritenessero doveroso dimettersi ma non ho ricevuto alcuna lettera di dimissioni”, ha sottolineato Orlando.
“Mai con la Lega? Per noi è una medaglia. Per spostare l’attenzione dalle loro incapacità le varie amministrazioni messe in piedi da Orlando hanno sempre avuto bisogno di un gran nemico sul quale scagliarsi. Che oggi si chiama Matteo Salvini”. Lo dicono Alessandro Anello, segretario della Lega a Palermo, Igor Gelarda, capogruppo consiliare a Sala delle Lapidi, e Vincenzo Figuccia, coordinatore in provincia di Palermo.
“L’ultimo atto di sciacallaggio della giunta Orlando si è consumato dopo il rinvio a giudizio dell’ex ministro dell’Interno per il caso della nave della ong spagnola Open Arms, quando il primo cittadino di Palermo ha annunciato che il Comune si costituirà parte civile nel processo, politico, contro il leader della Lega”.
“La Lega al governo di Palermo è una proposta che ha il sapore della provocazione aggiungono-. Peccato che i palermitani considerano loro ormai una provocazione, asserragliati come sono all’interno di Palazzo delle Aquile trasformato in teatro di uno spettacolo indecente con il risultato di ponti a rischio crollo, traffico impazzito, strade piene di rifiuti e quelle 800 bare accatastate al cimitero dei Rotoli da mesi senza degna sepoltura: una vergogna nazionale”, concludono.