Palermo si appresta all’ultimo saluto ad Adelina Notarbatolo di Sciara, moglie del senatore Michele Figurelli, uno dei protagonisti di mezzo secolo della vita politica siciliana, scomparsa sabato.
Ma la “Principessa rossa”, così la chiamava Vittorio Nisticò negli anni d’oro del giornale L’Ora, non era solo la moglie di un dirigente del Pci prima e del Partito democratico poi, ma una donna impegnata con una sua identità ben definita.
Docente di Procedura civile nella Facoltà di Giurisprudenza dell’ateneo palermitano era molto stimata dai colleghi e dagli allievi.
Le sue lezioni erano gremite di ragazzi. Molti si rivolgevano a lei per avere consigli sul loro futuro professionale e sulla tesi. Affabile, generosa, ironica la professoressa Notarbartolo aveva il dono di essere molto colta ma, soprattutto semplice, capace di empatia.
La stessa generosità con cui aveva cresciuto i tre figli Luna, Emiliano e Lucrezio e che riservava anche agli amici.
Un matrimonio che fece scalpore
Adelina Notarbatolo di Sciara e Michele Figurelli si sposarono nel dicembre di cinquant’anni fa nel Municipio di Palermo, a Palazzo delle Aquile, con i rito civile.
A celebrare il matrimonio fu Achille Occhetto, allora segretario del Pci in Sicilia e il matrimonio all’epoca suscitò un considerevole scalpore.
La sposa, infatti, apparteneva a una delle più aristocratiche famiglie siciliane, certamente lontana dagli ideali e dalle lotte comuniste.
La professoressa Notarbartolo apparteneva a una delle più illustri famiglie nobiliari siciliane, esistente fin dal medievo e che, nei secoli, incise sulla vita sociale, politica e religiosa dell’Isola.
Adelina Notarbartolo apparteneva al ramo dei principi di Sciara e Castelreale, dopo che Filippo Notarbartolo Cipolla, pari di Sicilia, conseguì per decreto regio di Carlo II di Spagna nel 1671 il titolo di principe del feudo di Sciara “con facoltà di popolare il territorio”.
Negli anni Settanta persino sui giornali nazionali si parlò di quel matrimonio: La Stampa di Torino pubblicò una riflessione sulla modernità progressista della nobiltà isolana.